Nello scorso trimestre l’energia è aumentata del 10% e crescerà del 40% nel prossimo.

È questa la situazione che si va delineando nel mercato dell’energia a causa di un duplice effetto: quello generato dalla ripresa e quindi dalla maggiore domanda di gas ed elettricità, e il contemporaneo aumento dei certificati gestiti dalla Ue che permettono alle società produttrici di energia di inquinare di più.

“Una situazione che se sommiamo all’aumento generalizzato delle materie prime rischia davvero di ostacolare la ripresa ed innescare una corsa al rialzo dell’inflazione che impatterebbe su tutti gli altri costi d’impresa”, osserva il Direttore di CNA Ravenna Massimo Mazzavillani.

Già da tempo la nostra associazione denuncia l’insostenibile peso della bolletta energetica proponendo alcune soluzioni. CNA si aspetta dunque azioni concrete per scongiurare l’impennata dei prezzi: gli allarmi non bastano più. È tempo di passare all’azione. Servono misure in grado di intervenire strutturalmente sulla bolletta, a partire dalla riforma degli oneri generali di sistema che gravano soprattutto sulle micro e piccole imprese.

È necessario che il Governo intervenga per contenere l’impatto di questi costi – prosegue Mazzavillani – ad esempio, rivedendo in tempi rapidi la fiscalità sulla struttura della bolletta con la cancellazione una serie di oneri impropri che gravano soprattutto sul sistema della micro e piccola impresa che continua a pagare il prezzo più alto per l’energia sia in Europa che in Italia rispetto alle imprese più grandi”.

Basti pensare che, secondo i calcoli di CNA, le microimprese pagano la componente energia circa il 39% in più delle imprese cosiddette energivore.

“Non basta lo sconto introdotto dal decreto sostegni bis che ha ridotto il volume degli oneri di sistema che gravano sulla bolletta, un intervento spot limitato al periodo emergenziale e rivolto solo ai settori che hanno subito chiusure. È evidente che la misura non è sufficiente a compensare i rincari di luce e gas che riflettono la forte crescita delle quotazioni delle materie prime energetiche e dei certificati verdi”.

“CNA Ravenna da anni sta cercando di fare la propria parte per contenere i costi delle imprese grazie all’attivazione dello Sportello Energia che ha consentito a centinaia di imprese di beneficiare di ottimi risparmi sulle bollette di elettricità e gas. Ma anche questo non basta a compensare l’aumento del 50% in sei mesi”.

“A tutto ciò – conclude Mazzavillani – si aggiungono le criticità per imprese della meccanica e dell’edilizia, che devono fare i conti con rincari anche del 200% e con grandissime difficoltà di reperimento delle materie prime, fattori che rischiano di mettere ancora più in difficoltà le imprese della nostra provincia.