ANAS è tornata sul luogo del delitto. Dovendo rifare l’asfalto massacrato della via Reale tra Ravenna ed Alfonsine, ne aveva cominciato il 5 ottobre i lavori promessi per giugno, poi per la seconda metà di luglio, infine – dopo un’interrogazione di Lista per Ravenna al sindaco – per i primi di settembre. Li aveva però sospesi il 15, dovendo il 16 passarvi il Giro d’Italia, dopo avere tappato solo le buche più profonde della carreggiata tra Camerlona e Mezzano, all’altezza della piazza. La sera prima del giro, un gruppo carbonaro di Mezzano aveva affisso sui pali stradali della luce, ad altezza d’uomo, numerosi manifesti di cartone o di cartoncino bristol che invocavano una variante di questo tratto di statale che sollevi i paesi di Camerlona, Mezzano e Glorie dal devastante passaggio ininterrotto dei mezzi pesanti. Aveva anche tracciato sull’asfalto, al centro di Mezzano, la scritta naif: “VARIANTE LA VOGLIAMO”. La mattina dopo, non appena chiusa al traffico la Reale per il passaggio del Giro, ANAS era però arrivata di gran carriera sul posto con un furgone strappando velocemente tutti i cartelli e coprendo con vernice la scritta su una metà della carreggiata.

I lavori sono ripresi la settimana scorsa completando i tratti saltati, forse perché non abbastanza disastrati, tra Borgo Anime e Mezzano e da Mezzano a Glorie, non mancando però di eliminare anche l’altra metà della scritta, rimuovendo sette metri d’asfalto piazzato venti giorni prima, ripassandocene sopra altrettanto di nuovo (vedere le foto prima e dopo). Uno sfoggio di efficienza non richiesto, un consumo di asfalto e di manodopera meritevole di chissà quante più gravi necessità anche solo sulle strade statali di Ravenna, un’esibizione muscolare solamente per dire che la variante di Mezzano non s’ha da fare.

La battaglia tuttavia continua, finché anche Anas, come don Rodrigo, non se ne farà una ragione.