La scorsa settimana la giunta dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha convocato una riunione plenaria con tutti i firmatari del nuovo Patto strategico per lo sviluppo economico e sociale del territorio.

Il testo, che si avvia alla firma, è stato condiviso anche con tutti gli assessori dei nove Comuni della Bassa Romagna, in occasione di una giunta plenaria e successivamente sarà condiviso anche con i consiglieri.

“L’emergenza sanitaria ci ha portato in questi mesi a mettere in atto misure contingenti – dichiara Eleonora Proni, presidente dell’Unione -, senza tuttavia perdere di vista l’orizzonte più ampio, che ci richiede di costruire una nuova visione di futuro e di territorio. Il Patto che abbiamo costruito nel 2018 diventa pertanto oggi lo strumento per elaborare strategie e politiche di ripresa sulla base del confronto e della condivisione, attualizzandone i contenuti e selezionando le priorità di azione, a partire dai suoi assi strategici di attrattività, sostenibilità e innovazione”.

In particolare, i progetti legati all’innovazione digitale, sociale, culturale e ambientale sono stati ripresi e sviluppati sulla base delle nuove esigenze. A garanzia di una sempre maggior tutela ambientale, gli obiettivi che guidano le politiche odierne sono indicati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, coerentemente con gli orientamenti espressi dalle autorità europee, anche in vista delle risorse finanziarie che arriveranno dall’Unione Europea: dal Green Deal alla digitalizzazione, dalla lotta alle disuguaglianze all’innovazione per creare un’occupazione più duratura e di qualità.

Alla base di questo sviluppo sostenibile vi è necessariamente il raggiungimento di alcuni obiettivi di carattere trasversale, individuati dal nuovo Patto: la semplificazione delle procedure amministrative per permettere un’attivazione rapida degli investimenti pubblici e privati; l’accelerazione della transizione all’economia circolare; la digitalizzazione come leva per lo sviluppo, da affiancare a misure per la conciliazione vita-lavoro (con una attenzione particolare alla condizione femminile che rischia di essere sacrificata in questa fase) attraverso il welfare aziendale e il lavoro agile, con effetti positivi sulla mobilità, il clima e la qualità dell’aria; la tutela e il rafforzamento dell’infrastruttura culturale, favorendo l’integrazione tra cultura, turismo ed educazione; il miglioramento dell’accesso alla conoscenza e della formazione continua, non solo grazie allo sviluppo di piattaforme online per l’apprendimento e l’informazione, ma lavorando anche su nuovi modelli di socialità e incontro: non può esserci apprendimento senza interazione sociale; la salvaguardia del capitale naturale attraverso un nuovo modello di sviluppo che favorisca la rigenerazione urbana, la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio e il riuso/riciclo di risorse e materiali.

“Partendo da questi obiettivi svilupperemo insieme ai firmatari del Patto le strategie e le azioni della ripresa – ha dichiarato Daniele Bassi, vicepresidente dell’Unione dei Comuni della BAssa Romagna con delega alle Politiche economiche -. Si tratta di azioni che andranno messe in campo nel medio e lungo periodo e che si aggiungono alle numerose misure già adottate nella fase emergenziale. In questo modo vogliamo intercettare le diverse e mutevoli esigenze del tessuto economico e sociale, le quali andranno approfondite con tavoli e gruppi di lavoro tematici, capaci di coinvolgere il territorio nella costruzione di una nuova visione di futuro”.

Nell’ambito della plenaria sono intervenuti Luciano Facchini in rappresentanza del Tavolo delle imprese, Sergio Baldini per le confederazioni sindacali, Oriella Mingozzi per l’Ordine degli architetti, Daniele Gambetti per gli agronomi, la nuova dirigente del Polo Tecnico Professionale di Lugo Stefania Galeotti, Angelo Formigatti per Confagricoltura.