Cgil Cisl Uil della provincia di Ravenna, unitamente alla categorie dei pensionati Spi Cgil Fnp Cisl Uilp Uil, confermano la necessità di modificare le scelte della Regione Emilia Romagna in materia di aumento delle rette delle CRA e dei CSRR (Case Residenza Anziani e Centri Socio Riabilitativi Residenziali), chiedono di aprire immediatamente il confronto con i Comuni e i Comitati di Distretto.
In particolare, chiedono di:
– rivedere i valori ISEE di riferimento per ampliare la platea degli utenti che necessitano dell’aiuto dei Comuni;
– condividere la richiesta di sospendere la delibera regionale, collegando il sistema tariffario alle nuove regole per l’accreditamento, sul quale è in corso il confronto con le organizzazioni sindacali regionali;
– sostenere la richiesta sindacale di definire una retta regionale graduata su base ISEE;
– sostenere la richiesta di aumento del Fondo Nazionale e del Fondo Regionale per la non autosufficienza.
La delibera regionale – adottata contro il parere di Cgil Cisl Uil e senza tenere conto della contestuale necessità di rivedere il sistema regionale che garantisce omogeneità qualitativa e tariffaria dei servizi per anziani non autosufficienti e disabili – prevede incrementi di 123 euro mensili a carico degli utenti e delle loro famiglie, che su base annua equivalgono al valore medio di una tredicesima.
Per la provincia di Ravenna il provvedimento riguarda oltre 1.500 anziani e quasi un centinaio di disabili, pesando sulle condizioni sociali delle famiglie, già gravate da crisi economica, costi energetici alle stelle, inflazione elevata, stipendi e pensioni bloccate. Un aggravio inaccettabile anche perché scollegato da ogni verifica puntuale sui costi effettivi di gestione e sulla qualità del servizio.
Per queste ragioni Cgil Cisl Uil della provincia di Ravenna, in attesa di definire ulteriori forme di mobilitazione e di manifestazione del dissenso che culmineranno nel presidio convocato per il 13 febbraio davanti alla sede della Regione Emilia Romagna, ritengono indispensabile una presa di posizione delle amministrazioni locali, per riposizionare l’intervento della Regione e per allargare la platea di chi, a fronte di una situazione economica più disagiata, non è in grado di far fronte agli aumenti.
CGIL CISL UIL