Crescono gli acquisti di prodotti biologici nei mercati contadini che si stanno gradatamente affermando come un nuovo canale di vendita, con i prodotti bio oggi presenti in un farmers market su due. Ad affermarlo la prima indagine su “il biologico e i mercati contadini” condotta da Ismea assieme a Coldiretti Bio e Campagna Amica che fotografa un fenomeno nuovo ma dagli enormi margini di crescita, divulgata in occasione del Sana di Bologna, alla presenza della presidente di Coldiretti Bio Maria Letizia Gardoni.
Tra chi frequenta i farmers market, l’acquisto diretto dal produttore è diventato, infatti, il principale canale di approvvigionamento dei prodotti bio, davanti a supermercati e negozi specializzati.
Una tendenza spinta dal fatto che proprio la presenza “fisica” degli agricoltori rappresenta una garanzia di qualità e autenticità di quanto si va a mettere nella borsa della spesa. Non a caso – continua Coldiretti – se si chiede ai consumatori quali siano i principali criteri di scelta del banco del mercato dove acquistare biologico, emerge che il motivo più frequentemente indicato al primo posto è la fiducia riposta nel produttore e nell’azienda agricola in generale, secondo l’indagine Ismea.
Quasi un terzo dei prodotti biologici acquistati è rappresentato da frutta e verdura, che guidano la top five delle specialità più gettonate, davanti a pasta fresca e uova, formaggi, olio e miele. Il valore della spesa in prodotto bio effettuata nei mercati contadini e in quelli rionali ammonta oggi a quasi 150 milioni di euro, secondo Ismea.
La classifica delle regioni con la più alta percentuale di produttori biologici nei mercati contadini sul totale vede in testa il Trentino Alto Adige (38%), davanti a Calabria (29%) e Campania (27%). Seguono Friuli Venezia Giulia (26%), Emilia Romagna (25%) e Toscana (24%).
“I risultati dell’indagine mostrano chiaramente che le politiche di sviluppo del biologico in Italia e in Europa devono avanzare in maniera coordinata con le politiche locali del cibo” spiega Maria Letizia Gardoni presidente di Coldiretti Bio -. Il biologico deve tornare a restituire piena centralità all’agricoltore e al suo ruolo di innovatore, sia nelle tecniche produttive che nelle dinamiche commerciali di filiera, rilanciando il rapporto diretto tra agricoltore e consumatore anche nel bio, come elemento essenziale per uno sviluppo dei territori e delle comunità”.
Concetti ben ribaditi in mattinata anche dal Presidente di Coldiretti Emilia-Romagna e Vice Presidente nazionale Coldiretti Nicola Bertinelli, intervenuto alla tavola rotonda “Rivoluzione Bio – Il biologico tra presente e futuro”. Bertinelli ha illustrato i dati del settore biologico in Italia, evidenziandone l’importanza per la sicurezza della salute e il rispetto dell’ambiente.
“La lotta di Coldiretti per un’alimentazione sana e sostenibile a tutela del nostro ambiente e e della salute dei cittadini-consumatori –  ha detto – parte da lontano e si intensifica ulteriormente in questi ultimi anni che vedono la preoccupante ascesa dei consumi di cibo ultra-processato e il dilagare di falso food made in Italy”.
Proprio per questo presso lo stand Coldiretti (Pad 18, stand B53) è possibile firmare anche domani, martedì 25 febbraio, ultima giornata del Sana, la petizione popolare europea “Stop cibo falso: origine in etichetta” per difendere degli agricoltori e garantire una maggiore trasparenza e sicurezza alimentare”.
L’Italia ha oggi la leadership Ue per il bio grazie alle 84mila aziende agricole attive sul territorio nazionale, più del doppio della Germania e un terzo in più della Francia, secondo l’analisi Coldiretti. L’agricoltura biologica è arrivata a coprire 2,5 milioni di ettari (+4,5% nel 2023 rispetto all’anno precedente), rappresentando un ettaro su cinque di superficie agricola nazionale, ormai vicinissima al target del 25% da raggiungere entro il 2030 nell’ambito della Strategia europea Farm to Form.