La Regione fornisca un aggiornamento dei progetti, delle modalità di intervento e delle richieste (autorizzative ed economiche) avanzate alla struttura commissariale per rimettere in sicurezza la Romagna dopo l’alluvione di maggio, con particolare attenzione per i fiumi che attraversano il territorio pedecollinare e montano a monte della via Emilia. Lo chiede con un’interrogazione a risposta immediata in Aula Manuela Rontini (Partito democratico).

“Il territorio faentino -ha sottolineato la consigliera- è stato il più colpito dall’alluvione e all’inizio dell’estate è stato consegnato alla vicepresidente della Regione un documento unitario, sottoscritto dai sindaci dell’Unione della Romagna Faentina, di Modigliana e Tredozio, condiviso anche dalle associazioni del mondo agricolo, con cui si chiedeva di conoscere piani, tempistiche e modalità dei diversi cantieri, offrendo disponibilità a collaborare, anche a fronte di un quadro legislativo nazionale farraginoso e inadatto ad affrontare l’attuale contesto. Nell’incontro svoltosi l’8 agosto a Faenza, tutte le parti in causa si sono confrontate e hanno evidenziato priorità e criticità. In questo territorio i corsi d’acqua hanno più che raddoppiato il proprio letto (spesso a danno delle aziende agricole) o completamente cambiato il percorso del proprio alveo. Per questo motivo è necessario dettagliare il programma degli interventi da realizzare anche nei tratti fluviali non arginati”.

La consigliera Rontini ha inoltre evidenziato la necessità che “nella prossima ordinanza commissariale venga riconosciuta alle aziende agricole o ai proprietari dei terreni confinanti con le aree demaniali la possibilità di intervenire direttamente per allontanare la vegetazione e ripristinare le condizioni di sicurezza dei corsi d’acqua, chiedendo i relativi ristori. La stagione invernale è alle porte e la piena ripresa dell’attività agricola è fondamentale non solo dal punto di vista economico, ma in quanto costituisce un importante presidio per il contrasto allo spopolamento”.

Al question time ha risposto la vicepresidente Irene Priolo: “Ad oggi, per i corsi d’acqua della Romagna sono previsti complessivamente 240 milioni di euro, di cui 164,7 sono stati resi disponibili per somma urgenza. A questi si aggiungono 75,3 milioni per la messa in sicurezza e il ripristino delle condizioni ante evento. Abbiamo condiviso con la struttura commissariale lo stanziamento di somme per ulteriori 20 milioni, affidati al Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, e per ulteriori 10 milioni, affidati all’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile per il superamento di puntuali situazioni di criticità, in doveroso raccordo con i soggetti privati coinvolti. Per la messa in sicurezza dell’area pedecollinare e montana a nord della via Emilia, nei tratti incisi e non arginati, si sta intervenendo al fine di consentire il deflusso dell’acqua di piena attraverso la rimozione del legname e dei materiali trasportati. Tutte le attività sono svolte in collaborazione coi Comuni, con un lavoro sinergico con gli altri Enti coinvolti “.

Rammaricata per il fatto che la struttura commissariale non possa ancora operare in deroga al Regio Decreto 523/1904, la consigliera Rontini si è detta soddisfatta: “Bene i lavori a nord della via Emilia e le risorse impiegate per intervenire anche sui torrenti e sui rii minori, per la loro messa in sicurezza, affidati al Consorzio di bonifica della Romagna occidentale che ringrazio. Positivo anche il fatto che l’Agenzia regionale di Protezione civile sia in condizione di poter intervenire sugli elementi di presidio spondale, anche se di non sua competenza diretta, in stretto raccordo con i privati interessati. Solo con la piena collaborazione di tutti i soggetti pubblici e privati potremo far sì che la Romagna torni ad essere più resiliente di prima”.