Cala il conferimento dei rifiuti nelle poche discariche ancora in funzione, la raccolta differenziata arriva al 74%, cala la produzione dei rifiuti urbani e di quelli speciali. La Regione non riaprirà discariche in Emilia-Romagna e si conferma la chiusura di quella di Imola entro il 2024.

È la fotografia scattata da Irene Priolo, assessora all’Ambiente, nell’informativa sui dati relativi al monitoraggio annuale del Piano regionale di gestione dei Rifiuti e per la Bonifica delle aree inquinate 2022-2027. La presentazione è avvenuta davanti ai consiglieri della commissione Territorio, Ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro.

“C’è sempre qualcosa che non ci aiuta a mantenere un trend omogeno, come nel caso dei rifiuti alluvionali, comunque già tutti smaltiti. A luglio, valuteremo i dati sulla raccolta differenziata. Finita l’alluvione, i comuni della Romagna hanno proseguito con un nuovo modello di gestione. Siamo al 74% della differenziata, ma speriamo di arrivare al 75% quando avremo il dato definitivo riferito al 2023 per raggiungere l’obiettivo dell’80% nel 2027”, spiega Priolo per la quale “verranno autorizzati impianti di trattamento, ma non di smaltimento”. La vicepresidente ha mostrato i dati relativi al 2022 con la proiezione sul 2023 ricordando come nel 2025 sia previsto un monitoraggio intermedio del Piano.

Produzione rifiuti urbani. Il Piano prevede la riduzione del 5% per unità di Pil al 2027 con 3,1 milioni di tonnellate. Nel 2022, sono state prodotte 2,8 milioni di tonnellate, cioè l’1,3% in meno rispetto al 2021. Nel periodo gennaio-giugno 2023 vanno conteggiate anche 81mila e 900 tonnellate di rifiuti provenienti dai territori alluvionati.

Raccolta differenziata. L’obiettivo del Piano è dell’80% al 2025 (quantità da mantenere anche nel ’26 e ’27). Nel 2022 è stata raggiunta la quota del 74%. In pianura, 70 Comuni (su 1801) hanno già raggiunto l’84%. In montagna, 33 Comuni su 1271 hanno toccato il 67%.

Riutilizzo e riciclaggio. Previsto il 66% nel 2027. Nel 2022 è stato toccato il 57%. Attesi i primi bandi per le imprese in primavera per 10 milioni di euro.

Rifiuti non riciclati. L’obiettivo è di 120 kg per abitante nel 2027; nel 2022 si sono registrati 179 kg pro capite.

Smaltimento in discarica di rifiuti urbani. L’obiettivo prevede il divieto di conferimento dei rifiuti indifferenziati. Nel 2022, si è arrivati allo 0,52% (l’Ue ha previsto il tetto del 10%).

Produzione rifiuti speciali. Il Piano prevede la riduzione del 5% dei rifiuti non pericolosi e del 10% per quelli pericolosi per unità di Pil (9,1 milioni di tonnellate al 2027). Nel 2022 in regione sono state prodotte 8,3 tonnellate.

Smaltimento in discarica di rifiuti speciali. Una stima indica, al 2027, un conferimento di 639mila tonnellate. Nel 2021, sono state portate in discarica 416mila tonnellate di rifiuti speciali, cioè il 4% del totale dei rifiuti speciali.

Rifiuti alimentari. Al 2027 prevista la riduzione del 38%. Dai dati emerge che il 12% della frazione umida è costituita da alimenti ancora idonei al consumo, una quota comunque in calo del 13% rispetto al 2021.

Tariffa puntuale. Nel 2022, applicata da 102 Comuni. Nel 2023 risulta attivata per il 40% della popolazione regionale. I Comuni che la applicano hanno visto una riduzione della produzione, un aumento della differenziata e una diminuzione della quantità di rifiuto indifferenziato pro capite, sceso dalla media regionale di 163 kg a 94 kg.

Finanziamenti dell’economia circolare. Per la prima volta, ha detto l’assessora Priolo, sono stati inseriti i fondi nel Por Fesr, con una dotazione di 43 milioni ed entro primavera saranno emanati i primi bandi da 10 milioni.

La relazione della vicepresidente Priolo ha suscitato il dibattito fra le forze politiche.

Daniele Marchetti (Lega) ha sottolineato come “dai dati emerge la riduzione dei conferimenti in discarica. Ma a Imola una discarica è stata riattivata e ci è stato detto che serviva per smaltire i rifiuti dell’alluvione. Quando sarà concluso il conferimento dei rifiuti alluvionali? L’impianto di Imola si chiuderà o si arriverà al limite massimo di fine 2024? Riguardo alla tariffa puntuale, e ai dati sull’aumento della differenziata, c’è un dato sulla qualità del materiale raccolto? Per i rifiuti speciali, poi, non si parla più di autosufficienza territoriale”.

Massimiliano Pompignoli (Lega) ha chiesto, per il territorio forlivese, “quanto brucia l’inceneritore. La capacità massima è di 120mila tonnellate. Noi abbiamo già raggiunto l’80% del Piano e della tariffa puntuale. Ci aspettiamo lo spegnimento graduale dell’inceneritore che oggi brucia il 90% dei rifiuti di altri comuni: infatti, sono solo il 10% quelli provenienti dal territorio forlivese. Molti rifiuti provengono da Roma, dopo il rogo all’impianto capitolino. Vorremmo un decremento del conferimento (noi avevamo proposto di ridurre a 90mila tonnellate, poi a 60mila e infine lo spegnimento). Quale orientamento ha al giunta? Si ridurrà il conferimento visto che non arriveremo al 2025 con questa giunta?”.

Silvia Zamboni (Europa Verde) chiede spiegazioni relative alla tariffa puntuale perché “bisogna pagare in base a quanto si conferisce e capire se ha prodotto comportamenti scorretti visto che a Bologna dove funziona la Carta smeraldo vedo persone che mettono i rifiuti nei cassonetti dell’indifferenziata o per strada perché temono di dover pagare. Ho presentato un progetto di legge per favorire la vendita di prodotti alla spina, questo per ridurre i rifiuti alla fonte”.

Luca Sabattini (Pd) sottolinea come “la relazione della vicepresidente Priolo ci dimostra come le azioni messe in campo dalla Regione hanno prodotto effetti corretti che vanno nella direzione giusta. Vuol dire che avevamo visto giusto, siamo stati in grado di concepire il sistema dello smaltimento nel suo complesso e questo ci ha permesso di agire in modo fruttuoso”.

Nella sua replica la vicepresidente Priolo ha risposto alle domande dei consiglieri sottolineando come la Regione non riaprirà discariche in Emilia-Romagna, confermando la chiusura di quella di Imola nel 2024, ed evidenziando come entro la fine di novembre 2023 sono stati smaltiti tutti i rifiuti dell’alluvione dello scorso maggio senza inviarne fuori dall’Emilia-Romagna.