“Hanno fatto un po’ “tenerezza” le letterine inviate alla stampa da alcuni esponenti della maggioranza che sostiene de Pascale. Repubblicani e “Coraggiosi” hanno comunicato al mondo i rispettivi meriti di cui il mondo, distratto, non si era accorto. L’argomento è la riaccensione della illuminazione notturna deliberata all’unanimità dalla Giunta così come all’unanimità aveva approvato lo spegnimento. La “trovata” che si sono inventati era che era una “prova”. Lo ha detto il Sindaco, assecondato da PD & soci minori, sostenendo che l’idea di spegnere tutto era buona, non ha dato controindicazioni ma, appunto, si trattava di «un periodo di sperimentazione» che si è concluso dopo aver «raccolto segnalazioni e preoccupazioni, soprattutto da parte di cittadini e cittadine che per ragioni di lavoro si trovano a dover circolare durante le ore di spegnimento».

In realtà, al momento dell’introduzione, la narrazione era stata piuttosto diversa. La nota di Palazzo Merlato che annunciava il provvedimento dello spegnimento notturno sette giorni su sette precisava che sarebbe durato «fino al 30 aprile (salvo proroghe) e in ogni caso fino all’eventuale ritorno delle tariffe ai valori compatibili con gli stanziamenti presenti nel bilancio comunale». Solo la levata di scudi di cittadine e cittadini, associazioni, forze politiche di opposizione (quelle che siedono in Consiglio ma anche Ravenna in Comune), raccolte di firme, petizioni, marce e segnalazioni di furti sui vari social è riuscita a trasformare la certezza di un inverno al buio in un esperimento fallimentare durato 18 notti. Ravenna in Comune aveva immediatamente sollevato il problema della sicurezza sia stradale che a cose e persone: «È una misura che come Ravenna in Comune contestiamo duramente: meno illuminazione si traduce automaticamente in meno sicurezza. Quello della sicurezza, del resto, è un concetto che l’Amministrazione de Pascale non ha messo ancora bene a fuoco, se pensa che aggiungendo telecamere e togliendo panchine si dia più sicurezza ai cittadini mentre li si lascia a vagare nel buio della città e del forese». Però la Giunta era andata avanti lo stesso finendo per scoprire la dimensione davvero considerevole della m…. che aveva volontariamente pestato. Il dietro front è stato sofferto ma, considerato il male che ne poteva venire, alla fine, il rospo è stato ingoiato.

Adesso, ridicolmente, c’è chi nella maggioranza, dopo aver approvato tutto e di più in cambio della seggiolina su cui si è accomodato in Giunta, prova perfino ad acquisire presunti meriti nel rinsavimento del Sindaco. Così sottolineano solo ora i “Coraggiosi”: «consideriamo importante l’aver tenuto conto degli impatti sugli aspetti reali o semplicemente percepiti sulla circolazione veicolare, ciclabile e pedonale, pensando alla tutela delle utenze deboli della strada che soprattutto in centro città esistono e a lavoratori e lavoratrici che devono spostarsi di notte». I Repubblicani, poi, si autointestano il voltafaccia: «giustamente, come ricorda il vicesindaco Eugenio Fusignani con delega alla sicurezza, la normalità dell’illuminazione nelle frazioni del forese e in città costituisce un grande deterrente contro l’incremento dei reati, in difesa della popolazione più esposta e delle attività commerciali in particolare, e condividiamo la sua azione in difesa di ogni investimento pubblico rivolto ai temi ed agli strumenti della sicurezza operativi anche sulle nostre strade».

Tra i risvegli tardivi e le invenzioni sperimentali non sappiamo cosa sia peggio, ma prendiamo atto. Come già sottolineato, meglio sarebbe stato un contributo al dibattito prima della decisione di spegnere tutto. Il gallo che canta dopo che il sole è alto sull’orizzonte ci sembra un po’ ridicolo e, sinceramente, inutile. Se verranno i necessari risparmi energetici, una sincera accelerazione sulle rinnovabili e l’efficientamento delle fonti di illuminazione, almeno, la lezione sarà servita a qualcosa. Approssimandosi le festività, pensare positivamente è d’obbligo. Ma dei poco illuminanti “pensierini pre-natalizi” di “Coraggiosi” e Repubblicani avremmo lo stesso fatto volentieri a meno.”