Oltre 160 persone sono a casa senza lavoro. Sono le conseguenze immediate del fallimento del ramo off-shore della Tozzi. Tutto l’oil & gas italiano è in crisi da tempo per dinamiche internazionali non riducibili alle semplificazioni secondo cui il problema sarebbe imputabile ai governi nazionali che si sono succeduti. ENI, la cui natura mista pubblica e privata viene giocata abilmente a seconda del tavolo a cui si siede, disinveste dove non conviene economicamente e investe, al contrario, dove lo trova vantaggioso. A Ravenna le basi operative SAIPEM e ex AGIP operano ai minimi termini. Al largo di Port Said, invece, sviluppa il giacimento Zohr, definita dalla stessa ENI “la più grande scoperta di gas mai realizzata in Egitto e nel Mar Mediterraneo”. D’altro canto a Ravenna il cane a sei zampe si inventa l’impossibile pur di non rimuovere le piattaforme dismesse o in dismissione. All’estero invece cura direttamente le redditizie dismissioni delle piattaforme altrui. Le imprese ravennati del settore nel 2019 occupavano 6.000 addetti; 20 anni fa erano 10.000. Ed il trend è chiarissimo. «Con la Tozzi Sud, salgono a 7 le aziende fallite o in procedure concorsuali nel solo territorio di Ravenna. Alle quali aggiungiamo 3 società di primo piano che se ne sono andate da qui per trasferirsi altrove» afferma il Roca che raggruppa le professionalità dell’oil & gas.

Del resto, nonostante l’attuale incremento della richiesta che spinge in su i prezzi del gas, la strada verso una diminuzione dei consumi di gas è a senso unico: la lotta al cambiamento climatico non consente alternative.

Come Ravenna in Comune sappiamo bene come stare con chi vuole la transizione subito non sia la scelta più facile. Richiede di attivarsi per spingere la produzione di energie rinnovabili ad oggi non sufficiente. Richiede di ripensare il modello produttivo e la società che abitiamo. Richiede di gestire il cambiamento anche per chi deve continuare a trarre sostentamento dal proprio lavoro e che, spaventato dal fatto di perderlo, si oppone alla trasformazione dell’economia a traino oil & gas. È più facile dare un colpo al cerchio un giorno (dichiarando l’emergenza climatica) ed uno alla botte il giorno dopo (facendo finta di credere ad una rivitalizzazione dell’off-shore ravennate): è la politica del Sindaco. Per noi, che invece del risultato elettorale immediato valutiamo di più il vantaggio della collettività, la politica è un’altra cosa. Le conseguenze sono davanti agli occhi di tutte e tutti: se l’inevitabile riconversione fosse iniziata quando era necessario, oggi si assumerebbe invece di licenziare.