Il comandante della Polizia Locale dell’Unione della Romagna Faentina non può contare sul patrocinio legale gratuito dell’ente per difendersi dall’accusa di peculato, un patrocinio concesso da una delibera di giunta del 16 gennaio scorso.
Ne è convinto il capogruppo di Area Liberale Gabriele Padovani, che ha presentato in consiglio comunale a Faenza un’interrogazione in merito. Per Padovani è evidente il conflitto di interessi.

Nel testo dell’interrogazione Padovani spiega come, stando all’articolo 314 del codice penale, l’accusa di peculato scatta quando: “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilita’ di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria”. La pena va da un minimo di 4 anni di reclusione ad un massimo di 10 anni e 6 mesi.

Padovani continua a spiegare: “La ratio della disciplina del patrocinio legale è quella di rispondere alle esigenze di evitare che il dipendente, chiamato ingiustamente a rispondere di presunte attività illecite, nell’espletamento dei compiti d’ufficio, debba sopportare il peso economico del procedimento in cui è coinvolto”.

Nella propria interrogazione quindi Padovani chiede se “Per il reato di peculato non esistano elementi ostativi che possano influire su un conflitto d’interesse da parte dell’ente”.