“Ortazzo e Ortazzino sono senza dubbio una delle zone più belle e più selvagge del Parco del Delta del Po, situate nel territorio comunale di Ravenna. Questa zona è stata acquistata nel mese di Marzo da un colosso immobiliare con sede a Lussemburgo e nell’atto c’è scritto che l’area è in parte edificabile. L’ amministrazione comunale e il sindaco Michele de Pascale negano che sia tale”. L’associazione ambientalista Fare Verde riassume così la vicenda Ortazzo-Ortazzino che da mesi anima il dibattito pubblico ravennate.
L’associazione tuttavia non si fida delle parole delle istituzioni locali: “Perché spendere tutti quei soldi per un terreno sul quale non si può fare nulla? Inoltre nell’atto di vendita è dichiarato che all’interno del vasto appezzamento passato di mano, alcuni terreni avrebbero destinazione edificabile”.

Ortazzo e Ortazzino sono quasi 500 ettari di stagni, canneti, pini, dune e litorale: “L’unico frammento non urbanizzato della costa adriatica tra Trieste e la Puglia. Un angolo di natura incontaminata, un paradiso per gli amanti della bicicletta, dell’osservazione degli uccelli e delle camminate. Inoltre da qualche anno è possibile avvistare anche esempi di fenicotteri rosa nella riserva oltre che altre centinaia di specie.
L’importanza e l’unicità dell’ambiente sono tali che su una quarantina di ettari vige addirittura il divieto d’accesso.”

Secondo le prescrizioni del Parco fatte proprie dalla Regione, all’interno dell’area non si può costruire nulla. L’area inoltre è protetta dall’Unione Europea e da una convenzione internazionale per la salvaguardia delle zone palustri.

Fare Verde esprime però molta preoccupazione per la vicenda. Il segretario regionale Spinato Alberto si dice pronto a tutto pur di proteggere quest’area, ritenuta “Di un rilievo e di un’eccezionalità per l’ecosistema terrestre e marino”.
“Non è la prima volta che episodi del genere accadono. E se in un primo momento le amministrazioni promettono che mai nulla verrà edificato, fra 10 anni sono capaci di rimangiarsi la parola. Inoltre tengo a precisare come il comune di Ravenna sia uno dei comuni dove più si cementifica in Italia. Un record negativo per la città dei mosaici. Nel 2022 Ravenna è risultata come primo capoluogo di provincia in Emilia Romagna per consumo di suolo.
Ciò che ci fa preoccupare ancora di più è che gli enti pubblici non abbiano partecipato all’asta e hanno dunque lasciato campo libero ai privati che si sono aggiudicati i 500 ettari di riserva ai soli 10 centesimi al metro quadro. È una cifra irrisoria per un’area di grande interesse per l’ecosistema adriatico. Inoltre il paesaggio litoraneo è già stato rovinato a causa dell’erosione costiera e una possibile o futura cementificazione non porterà che maggiori danni alla costa” conclude il segretario regionale.
Fare Verde chiede l’immediato intervento degli enti locali quali comune, provincia e regione per salvaguardare questa zona e chiede a gran voce che nemmeno una pianta venga abbattuta e che nessun edificio venga costruito su questi terreni.