Nel solco del percorso tracciato dalla rassegna Storie di Ravenna, Ravenna Teatro e MAR – Museo d’Arte della Città propongono, a partire da domenica 22 ottobre, Storie del MAR. I mosaici del 1959, quattro appuntamenti domenicali incentrati sulla mostra dei mosaici del 1959, un’esposizione fortemente voluta da Giuseppe Bovini e resa possibile grazie allo stretto e proficuo dialogo di importanti artisti dell’epoca con i mosaicisti della “Bottega del Mosaico” di Ravenna, diretta da Giuseppe Salietti. Il racconto delle vicende che portarono alla realizzazione della mostra si intreccerà costantemente alla voce recitante di un attore o un’attrice e sarà accompagnato da musica dal vivo del flautista Michele Benini del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna. In ciascuna data saranno proposte due repliche. Il progetto, curato dal regista e attore delle Albe Alessandro Argnani, e dallo storico Giovanni Gardini, prende spunto da Storie di Ravenna, format che nasce dalla volontà, da parte di Ravenna Teatro, di raccontare la storia della città attraverso la voce di studiosi ed esperti, utilizzando però i tempi e i linguaggi del teatro. Protagonisti Camilla Berardi e Giovanni Gardini, musiche Michele Benini, regia Alessandro Argnani.

Gli appuntamenti saranno negli spazi espositivi del MAR, posti a diposizione limitati, prenotazione obbligatoria allo 0544 482477.

Date: 22 ottobre, 19 novembre, 10 dicembre 2023, 7 gennaio 2024
Orari:15:30 e 16:45 (solo per la data di domenica 22 ottobre la seconda replica inizierà alle 16:30).
Ingresso 10 €. L’ingresso è comprensivo della visita alla mostra BurriRavennaOro.

A seguire, in sala Martini, verrà presentato il film documentario “Generatrici nel mosaico” di Asja lacis Aps, associazione che ha indagato e messo in risalto la numerosa presenza femminile di donne artiste e artigiane in ambito locale. Nel documentario Francesca Fantoni, Aniko Ferreira Da Silva, Aleksandra Miteva, Silvia Naddeo ed Eleonora Savorelli rappresentano uno spaccato delle contaminazioni culturali e ibridazioni contemporanee. Il titolo del film documentario riflette il protagonismo creativo delle giovani generazioni e prende spunto dal testo METTERE AL MONDO IL MONDO della femminista e filosofa Adriana Cavarero del 1991. L’ingresso è gratuito.