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Martedì scorso il consiglio comunale ha discusso per tre ore un pacchetto di sette provvedimenti volti a disciplinare le entrate tributarie del Comune di Ravenna per l’anno 2020, in particolare l’IMU (sugli immobili), la TOSAP (occupazione di suolo pubblico) e l’Imposta di soggiorno. Su tutte le votazioni, i sei gruppi di opposizione si sono variamente distinti dalla maggioranza, schierata in blocco a favore, o votando contro o astenendosi, salvo un solo caso (sui termini di riversamento dell’Imposta di soggiorno per l’anno 2020) in cui si è espressa positivamente Ravenna in Comune, lista di sinistra. Viceversa, solo i gruppi di maggioranza hanno votato contro all’unico emendamento della serata, presentato da Lista per Ravenna, riguardante l’applicazione alla TOSAP dell’agevolazione concessa dal decreto legge “Rilancio” a favore delle attività commerciali.

La Giunta De Pascale aveva in sostanza proposto al Consiglio due decisioni: ridurre questa tassa solo del 50 per cento; ma estendere il beneficio non soltanto ai pubblici esercizi, come disposto dal decreto legge, bensì anche a “spazi o chioschi per lo svolgimento di attività artigianali e commerciali ed eventuali relative aree esterne per il consumo sul posto, nonché aree oggetto di concessione e destinate al commercio ambulante ricorrente e/o fisso”. Nulla da dire su questo “strappo”, introdotto dalla Giunta invocando lo spirito (non la norma) del decreto, volto a rilanciare le attività economiche di interesse sociale. Sulla base di questo stesso ragionamento, l’emendamento, firmato da Ancisi, inseriva nel provvedimento anche le organizzazioni di volontariato sociale (ODV) e le associazioni di promozione sociale (APS) che, essendo regolarmente iscritte al registro regionale, svolgono anche delle attività commerciali, ma senza scopo di lucro. In tal modo, il ricavato va interamente a favore della comunità cogliendosi il doppio vantaggio di incentivare la ripresa economica e di offrire alla cittadinanza occasioni sociali di intrattenimento e convivialità. Si pensi soltanto alle Pro Loco, oggi in grande difficoltà nell’organizzare le consuete attività di interesse pubblico, anche turistico, per i costi notevoli imposti dalle regole di distanziamento e prevenzione del coronavirus.

Inspiegabile dunque la bocciatura dell’emendamento da parte esclusiva della maggioranza, la quale – va ricordato – dispone di enormi disponibilità di denaro da spendere, come dimostrano gli 84 milioni di avanzo di amministrazione e i 75 milioni di fondo cassa con cui ha chiuso il bilancio del 2019. Maggioranza che, nel corso del dibattito, ha affermato testualmente come questo surplus non abbia pari confronto con tutti gli altri Comuni d’Italia e provenga “prevalentemente dalle tasse”. Renderle più sopportabili, partendo da chi lavora gratuitamente per gli altri, e spendere meglio questi soldi. È stato il richiamo di Lista per Ravenna.