L’Assemblea della Sezione di Ravenna ha eletto il nuovo Consiglio per il triennio 2022 – 2025: con il 70% dei voti ha prevalso la Lista del Cavalier Ivo Emiliani, imprenditore Ravennate e storico dirigente sia della Sezione di Ravenna che del Consiglio Nazionale. Emiliani, che già in passato ha ricoperto questa carica e al quale si deve l’accordo con la Capitaneria di Porto per la concessione dell’attuale sede LNI sul molo guardiano, ha voluto nella sua Lista 6 persone con competenze specifiche: Vice Presidente l’imprenditore Andrea Dalmonte; Tesoriere la Dottoressa Annamaria Baruzzi, molto conosciuta nel mondo della nautica da diporto della nostra città; l’Avvocato Oreste Casadio, come responsabile dell’Ufficio Legale; il Dottor Luca Scarabelli, come Segretario; il Signor Sanzio Galvani, Direttore della sede; il Dottor Antonio Botti, Consigliere con delega all’ambiente e alla sostenibilità.

Molto il lavoro che questo Consiglio dovrà svolgere durante il suo mandato a partire dalla creazione di una base nautica: al momento infatti LNI è l’unica tra i sodalizi di Ravenna a non aver alcun accesso all’acqua e quindi il recente bando della AdSP per la darsena sotto al faro si presenta come una buona opportunità, caldeggiata e sostenuta dalla Presidenza Nazionale di LNI. L’obiettivo è quello di creare a Ravenna uno dei 12 Centri Nazionali di Formazione Nautica di cui proprio il Cavalier Emiliani ha l’incarico per tutta Italia: scopo sia didattico, per preparare istruttori, sia sociale, per consentire l’accesso alle attività nautiche delle disabilità come pure di persone con ridotte possibilità economiche.

La Lega Navale, ente morale e culturale, ha la funzione di tutela del mare e formazione a beneficio di tutti i cittadini, con particolare riguardo per i giovani: questo Consiglio ha già definito piani di collaborazione con le scuole pubbliche per portare in mare soprattutto a vela, ragazzi che solitamente si fermano sulla spiaggia. Intenso è poi il programma culturale anche a beneficio della comunità degli operatori portuali, perché LNI, trasversale rispetto ai sodalizi privati, è patrimonio di tutti gli Italiani che lavorano sul mare o anche solo lo amano.