“Con i soliti artifici linguistici per addomesticare i misfatti, è ora in voga la “forestazione urbana”, come se le nostre città, già sature di tutto, potessero ospitare anche le foreste.

Lo stratagemma serve a rendere meno cruda l’orrenda verità: migliaia di alberi abbattuti selvaggiamente ovunque, e begli esempi delle amministrazioni ai cittadini e alle imprese edili, che seguono a ruota e radono al suolo tutto il possibile, non importa se malato o in ottima salute, giovane o splendida alberatura centenaria. E dove non si abbatte, intanto si comincia con le mutilazioni selvagge anche dette capitozzature: vietate dal Regolamento del verde tranne per particolarissimi casi, sono praticate a tappeto ovunque, e danneggiano gli alberi favorendo sui tagli vivi funghi, destabilizzazione, crescita rapida e disordinata, pericolo, danni. Poi ci pensa il “greenwashing” della forestazione: alberelli piantati a mucchi nei ritagli di terreno non ancora cementificato e spesso abbandonati nelle estati sempre più roventi, dove ogni goccia d’acqua non andrebbe sprecata.

La lista dei morti è impressionante, e riceviamo ogni giorno segnalazioni di cittadini inermi: partiamo con le migliaia di alberi abbattuti a “favore dell’ambiente”, ovvero dentro una Riserva Naturale dello Stato, ovvero le stragi compiute per il cosiddetto “Parco Marittimo” a Punta Marina e Marina di Ravenna, e nella Pineta di Cervia. E a settembre si ricomincia a Marina Romea e Porto Corsini, mentre ora è sotto attacco anche Lido di Classe. Si continua con la depilazione a raso degli argini dei fiumi, nonostante siano gli ultimi corridoi ecologici riconosciuti dalle normative europee in una campagna sempre più disboscata e nella pianura più malsana ed inquinata d’Europa. Vengono segnalati scivolamenti di terra ad esempio su Ronco, a causa della perdita totale della vegetazione che tratteneva il terreno arginale. Ci si chiede l’adeguatezza di soluzioni così drastiche e come faranno gli argini a reggere la forza dilavante di una nuova piena, che ci auguriamo non arrivi mai.

Proseguiamo con una minima parte dei singoli tristi casi segnalati: un’acacia delle ormai celebri tre davanti alla Porta Adriana, il meraviglioso filare quasi centenario di pinus pinea a Savarna nei pressi della villa Brocchi, con alcuni alberi di circonferenza alla base quasi tre metri: nessuna pietà per gli esemplari che hanno retto la furiosa tempesta di luglio, e tutto abbattuto, non si sa con quali valutazioni e autorizzazioni. Abbattimenti anche al Parco “Fagiolo” nella Faentina, presso la Coop Faentina, presso l’Ospedale Comunale e al Parco Teodorico. Macabra ironia, un meraviglioso pino, albero noto per le sue proprietà salutari (veniva infatti piantato attorno ad ospedali e sanatori, quando ancora era la natura a curare il corpo e l’anima dell’uomo e non la sola chimica come avviene oggi) è stato ucciso proprio davanti alla Farmacia Comunale principale, in via Fiume Montone Abbandonato. Appariva in perfetta salute, e vien da pensare che l’unico problema fosse la pavimentazione in alcuni punti sconnessa. Abbattuti alberi all’Ippodromo e in via Circonvallazione Piazza d’Armi. Abbattimento di una bella quercia in via de Gasperi. Ovviamente nulla viene ripiantato, ma, per far tornare i numeri, si “foresta”, come se un albero maturo equivalesse in termini ambientali ad uno appena piantato e dal futuro incerto. Non parliamo poi della nidificazione o del rifugio per gli uccelli, che vengono in questo modo respinti dalle città.

Recentissime segnalazioni parlano di numerosi alberi già marchiati in viale Mattei: se il segno significa abbattimento, si prepara una strage. Inviato accesso atti urgente.

Si segnala inoltre un radicale abbattimento di alberi di cui almeno uno centenario davanti all’ex ristorante “Villa Antica” sulla Faentina: chi ha autorizzato? Ora tutto trasformato in parcheggio e via a mangiare in allegria! Ci penseremo domani alla necessità di preservare quanto più possibile, ovunque, un tessuto urbano integrato con gli alberi, che diminuiscono le polveri sottili dannosissime per la salute, donano benessere e abbattono le isole di calore, frenando lo smog che fa di Ravenna una delle città più inquinate e di conseguenza insalubri d’Italia, fatto di cui mai si parla. Il Sindaco, responsabile della salute pubblica, non si esprime, anzi, pare si sia fatto portavoce della “pulizia” dai pini in città. Pino domestico che è il nostro simbolo e stemma cittadino, ma i pini “aiutiamoli a casa loro”, aggiungiamo noi. Nel frattempo, la narrazione dell’albero assassino, con particolare odio, appunto, verso il “pino assassino”, prende piede, e cittadini terrorizzati scagliano le motoseghe preventive contro tutto anche quanto non serve. Taglialegna privi di scrupoli nel frattempo fanno il resto, e così si affrontano, “alla radice”, i cambiamenti climatici.

Infine, la mazzata inaccettabile: pronto, per quasi due milioni di euro, il progetto per devastare tutta via Maggiore, e fare dei simboli della nostra città, dei generosi alberi che accolgono da quasi cento anni come un abbraccio il visitatore, una squallida spianata dopo i bombardamenti. Ce ne sarebbe abbastanza per chiedere le dimissioni di un Assessore evidentemente alla deriva. Lanciamo un appello a tutte le persone sensibili e al mondo culturale cittadino affinché prendano la parola per fermare questa strage infinita ed il cieco scempio contro bellezza, la salute, l’identità, la storia, la dignità e l’immagine di Ravenna.”

Italia Nostra sezione di Ravenna