“Giacomo era dolce, sensibile, ironico, dissacratore, intelligente e scriveva poesie.
Sognava di raccoglierle in un libro ed è quello che Monica ha fatto per lui ad un anno dalla sua morte, curandone la pubblicazione.

L’uscita del libro che porta il nome “Mi chiamo Giacomo, ho 20 anni e non so cosa inventarmi”, ha dato origine ad una incredibile onda emotiva che ha messo la madre nella condizione di volere proseguire con altri progetti che portassero avanti il valore, la sensibilità e la grande generosità di Giacomo.
Una generosità che Giacomo, a soli 19 anni, in occasione del rinnovo del documento di identità, aveva ampiamente espresso firmando il suo assenso alla donazione degli organi.

Seguono quindi nello stesso anno l’apertura della pagina Facebook che porta lo stesso nome del libro, dove Monica decide di condividere la propria esperienza di madre “orfana” e a maggio 2021, viene costituita l’Associazione “Le Emozioni di Giacomo APS”.

L’associazione è attiva su tre fronti principali quali la sensibilizzazione alla donazione degli organi attraverso vari progetti che si intersecano con altre Associazioni di categoria ed hanno lo scopo di divulgare la cultura del dono; progetti scolastici rivolti alla fascia adolescenziale che hanno lo scopo di accompagnare i ragazzi e le ragazze nel difficile viaggio di adultizzazione , dandogli le basi per ottenere una maggior consapevolezza emotiva e terzo fronte accompagnare le persone che hanno subito un lutto attraverso un percorso di condivisione esperienziale.

Ed è proprio in riferimento a questo ultimo tema che nasce questo progetto che fonda le sue radici sull’Auto Mutuo Aiuto e che partirà, col patrocinio del Comune di Lugo, il prossimo 16 gennaio con cadenza quindicinale presso la Sala Civica di Lugo Nord, Via Piratello 68 h 21:00

L’esperienza luttuosa che diventa punto di connessione e cardine sul quale ruotano le molteplici sfaccettature della perdita definitiva di una persona cara.
Sappiamo tutti che non esiste possibilità di ritorno, ma esiste la possibilità di guardare la vita attraverso gli occhi della bellezza collaterale, sentire una nuova nostalgia che è fatta di gratitudine e che ci rende meno impotenti di fronte alla perdita irreversibile di chi amiamo.”