In Emilia-Romagna si assiste “a un progressivo inserimento delle attività mafiose nell’economia legale (specie nel settore edile e commerciale) e, parallelamente, lo strutturarsi di un’area ‘grigia’ in cui orbitano professionisti e imprenditori, con i quali i gruppi criminali stringono relazioni a doppio filo al fine di sfruttare appieno le diversificate opportunità e risorse del territorio (appalti, concessioni, acquisizioni di immobili o di aziende)”.
Così la relazione della Procura generale di Bologna, firmata dal procuratore Paolo Fortuna e dall’avvocato generale Ciro Cascone, descrive per l’inaugurazione dell’anno giudiziario la presenza della criminalità organizzata in regione.

I magistrati hanno parlato del ruolo di ‘testa di ponte’ “ricoperto dai numerosi soggetti di origine meridionale immigrati da tempo nella regione, i quali, mantenendo ben saldi i legami con le terre di origine, si sono progressivamente trasformati in veri e propri punti di riferimento criminali”. 
    Il settore economico risultato maggiormente vulnerabile è quello d’edilizia, come emerge dai provvedimenti delle prefetture sulle ‘white list’.
. “Anche il ricorso alla normativa Commissariale emergenziale per la ricostruzione post Sisma e, più recentemente, post Alluvione ha attirato non pochi appetiti criminali”.