Continuano i momenti di ascolto, dialogo e condivisone da parte della Direzione generale con i presidi ospedalieri. Dopo Forlì e Cesena, il direttore generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori, affiancato dal direttore sanitario Mattia Altini e dal direttore amministrativo Agostina Aimola, ha incontrato primari, coordinatori infermieristici, direzioni sanitarie e infermieristiche, dei presidi di Faenza, Lugo e Ravenna (tra venerdì e ieri), e nei prossimi giorni concluderà incontrando quelli di Riccione e Rimini.

“E’ una prima occasione di ascolto – ha ribadito Carradori dopo aver dato la parola ai tanti clinici e dirigenti presenti – per acquisire quegli elementi di conoscenza che nel giro di poco tempo mi potranno consentire di lavorare nelle migliori condizioni per servire il territorio, l’Azienda e i colleghi che erogano l’assistenza. E voglio che questo appuntamento di ascolto, organizzato in tutti gli ambiti aziendali, diventi una prassi nel rapporto tra la Direzione e i suoi collaboratori”.

 

E i professionisti e gli operatori dei tre presidi dell’ambito ravennate hanno molto apprezzato la circostanza (l’esigenza di un maggior ascolto è emersa in maniera molto decisa) e l’hanno colta al volo per evidenziare lo stato della situazione, anche alla luce delle necessarie modifiche ai servizi e alle strutture, messe in atto in occasione dell’epidemia da Covid 19; la non semplice fase della ripartenza, ancora in corso; e soprattutto le progettualità per il futuro a breve e a medio-lungo termine. Argomenti di confronto legati, ad esempio, alle difficoltà a trovare personale medico sul mercato del lavoro, all’acquisizione di apparecchiature elettromedicali, ad un’organizzazione dei servizi che vada sempre più incontro alle esigenze dei cittadini. Tra le quali quella di una presa in carico dei pazienti in cui medicina territoriale e ospedaliera “dialoghino” al meglio, anche per evitare file, e dunque lunghe attese nei pronto soccorso, problema che si sta ripresentando dopo la “pausa” del covid, ancor più recrudescente di prima.

 

“Questa terribile pandemia – ha risposto, tra l’altro, Carradori – ci ha insegnato che la sanità pubblica è la cosa più importante che abbiamo. Abbiamo compreso tutti che dalle tragedie è possibile uscirne insieme solo attraverso una rivitalizzazione del Servizio sanitario nazionale e una visione non più determinata da uno strabismo finanziario. Quello che ci aspetta è certamente un grande lavoro di confronto e di dialettica da portare avanti in un contesto trasparente e comunitario. Ad esempio su come indirizzare, meglio possibile, i finanziamenti che arriveranno, e che dovranno essere impiegati su progetti concreti e condivisi, e senza il minimo spreco. Per quanto riguarda sia le strutture, sia le tecnologie, sia il personale”. Il direttore generale ha posto molta attenzione anche alla necessità di integrazione, sempre maggiore e più efficace, tra ospedale e territorio, e sul ruolo del direttore di Distretto, che “dovrà diventare il punto di riferimento di ogni territorio. Una sorta di direttore generale aggiunto”.

 

All’incontro era presenti anche pubblici amministratori: a Lugo il sindaco Davide Ranalli insieme al sindaco di Cotignola Luca Piovaccari; a Faenza e Ravenna i rispettivi sindaci, Giovanni Malpezzi e Michele de Pascale. Tutti i pubblici amministratori hanno a loro volta ringraziato la Direzione per l’incontro, evidenziato l’importanza degli investimenti per avere strutture sempre di prim’ordine, e più in generale la necessità di un “cambio di passo” nella gestione delle politiche aziendali.