“Il vicesindaco Fusignani ci ha intrattenuti, nei giorni scorsi, con roboanti dichiarazioni su “implementazione di sistemi di videosorveglianza”, “potenziamento della pubblica illuminazione” e soprattutto “introduzione della nuova figura professionale dello street tutor” una serie di interventi previsti dal sedicente “progetto di sicurezza integrata durante l’animazione e gli eventi del centro storico”, approvato dalla giunta comunale su proposta del vicesindaco stesso.

Il progetto, che impegna la bellezza di 121.934 euro (di cui 97.400 euro finanziati dalla Regione), sarebbe realizzato –  secondo Fusignani– “in continuità con la strategia di massima attenzione sulla sicurezza in città”, una decisione presa nella totale autoreferenzialità e non senza arroganza, per una città che intanto, sulla base della classifica del Sole 24 Ore relativa all’indice di criminalità delle province italiane, “precipita” dal terzo al primo posto per furti in abitazione, risalendo anche la non invidiabile classifica del numero di denunce per violenza sessuale (dal 13esimo all’ottavo posto) ed occupando la sesta posizione fra le provincie con il maggior numero di reati relativa sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile.

Il nostro vicesindaco con delega alla sicurezza evidentemente frequenta la città con la stessa assiduità con cui i consiglieri comunali (non) lo incontrano nelle stanze del consiglio, già perché se ogni euro investito (con buon senso) per la sicurezza dei cittadini non può che trovarci d’accordo, i denari destinati a questo progetto rischiano di essere gettati letteralmente al vento, già perché chiunque legga le cronache cittadine sa benissimo che il problema della sicurezza a Ravenna investe soprattutto l’estesissima area del forese ma noi che facciamo? Investiamo tutto e nuovamente sul centro storico, area già peraltro presidiata dai volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri, che svolgono un compito lodevole e costante.

Per non parlare poi della totale mancanza di rispetto verso la categoria degli assistenti civici, quel gruppo di cittadini che da mesi chiedono all’amministrazione di organizzare un semplice e banale corso di formazione al fine di rimpolpare le file dei propri volontari, ricevendo soltanto rassicurazioni e rinvii, salvo poi leggere sul giornale di questo progetto.

Sappiamo bene che Street tutor ed assistenti civici NON sono la stessa cosa e che la loro strada procede semmai parallela, (anche se molti dei compiti svolti in tema di prevenzione, mediazione sono similari) ma come dovrebbero sentirsi questi volontari che dal 2016 presidiano le nostre strade, non senza risultati (in molti ricorderanno l’evento dell’agosto del 2020 quando una bambina tedesca di 5 anni smarritasi fu prontamente riconsegnata ai genitori, trasformando un’esperienza drammatica in una storia a lieto fine) e che si trovano la porta chiusa in faccia da un’amministrazione, se non sorda, quanto meno pigra?

Durante la campagna elettorale noi di Viva Ravenna (in buona compagnia di altri attori) abbiamo fatto proposte di buon senso sul come investire in tema di sicurezza, sollevando anche la questione degli assistenti civici, ma forse occorre evidentemente prendere atto che manca la disponibilità all’ascolto, ed uno spot relativo ad una decisione presa bypassando qualsiasi discussione e senza neppure informarne il consiglio comunale vale evidentemente più della sicurezza di una città.

Decisioni come questa richiederebbero invece disponibiltà al confronto e l’apertura di un dibattito che siamo certi si arricchirebbe grazie a proposte e visioni diverse, la nostra disponibilità in tal senso è totale e tale rimane, ma certo l’inizio di questo percorso non appare dei migliori.

L’augurio è che lo zelo con cui il vicesindaco ha affrontato oggi questa situazione sia lo stesso con cui affronti domani (non fra mesi) la vicenda degli assistenti civici e che, comunque,  giungano nei confronti della minoranza (che rappresenta comunque il 40% dei cittadini votanti) anche segnali di apertura e disponibilità quanto meno al dialogo ed al confronto, affinchè quel po’ di democrazia che ancora è concessa al consiglio comunale, organo principe di confronto, dibattito e partecipazione, non venga definitivamente svilita.”