“Entrate. Ascoltate. Assaggiate. C’è un fremito speciale tra i tavoli di Officina Ubuntu o nel calore del forno della Pizzeria Sociale nell’ex Marani. Va oltre il profumo invitante del pane appena sfornato o il tintinnio discreto delle stoviglie. È il battito di un luogo vivo, abitato da storie e speranze, dove un’idea antica, quella di ENGIM (Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo), si fa carne e futuro qui, a Ravenna. È l’idea luminosa di San Leonardo Murialdo, che quasi centocinquant’anni fa comprese una verità eterna: il lavoro, quando è gesto d’amore e di cura, diventa il terreno fertile dove la dignità di ogni persona può mettere radici e fiorire.

Questa non è una formula astratta, ma la trama di valori vissuti che ENGIM tesse giorno dopo giorno, con una predilezione sincera per quei giovani che la vita ha messo alla prova. L’ente, oggi Fondazione partecipe del Terzo Settore, non si accontenta di trasmettere saperi; si offre come autentica comunità educante, un abbraccio dove l’abilità delle mani si sposa alla crescita del cuore, all’imparare a stare al mondo con consapevolezza e rispetto.

È in questo spirito che nasce e prende forma la scelta, coraggiosa e profondamente umana, dell’impresa formativa non-simulata. Una scelta che dice “no” alla finzione e “sì” alla pienezza del reale. È un atto di stima, un credito aperto nei confronti delle ragazze e dei ragazzi che popolano i corsi. Chi lavora da Ubuntu, alla Pizzeria Sociale, o si sporca le mani nella ciclofficina Re.Bike a Cesena, non sta solo imparando un mestiere: sta vivendo un’esperienza vera. Produce, serve, dialoga con clienti reali, si misura con la dolce fatica della responsabilità. È l’approccio vitale dell'”imparare facendo“, ma qui diventa scuola di vita vera e propria, un viaggio alla scoperta non solo di tecniche (nella ristorazione, nell’agroalimentare, nella grafica, nella vendita), ma anche del lavoro di squadra, della precisione amorevole, della capacità di rialzarsi dopo un errore.

Questo modello, riconosciuto e sostenuto dalle normative vigenti, si rivela così un ponte gettato verso il futuro. Certo, facilita l’ingresso nel mondo del lavoro – e i buoni risultati occupazionali a livello regionale ne sono un segno incoraggiante – ma il suo dono più prezioso è un altro. È vedere giovani, magari partiti da percorsi incerti, ritrovare fiducia e diventare protagonisti. Non più ai margini, ma al centro di un’attività che crea valore e bellezza per tutta la città, come accade con il servizio di ristorazione per gli studenti universitari nato dalla bella intesa con Fondazione Flaminia.

E poi c’è quella scintilla, quasi un segreto svelato a mezza voce: l’ostinata ricerca del bello. La cura nella scelta di un ingrediente, nell’apparecchiare un tavolo, nel sorriso offerto a chi entra. Non è formalità, è sostanza. È il messaggio potente che la fragilità non è un destino di mediocrità, ma un invito a cercare l’eccellenza con ancora più amore. È la scommessa vinta che offrire bellezza sia un modo per nutrire l’anima, per riconoscere e far risplendere quel “capolavoro” unico che Murialdo vedeva in ogni giovane.

L’impegno di ENGIM a Ravenna, allora, è una storia che si racconta non solo con i numeri, ma con i volti, con l’impegno silenzioso dei formatori, con la qualità che si può toccare e gustare. È la testimonianza viva di come sia possibile tenere insieme, con passione e rigore, formazione d’eccellenza, inclusione sentita e un profondo respiro etico. Un’eredità che continua a generare frutti buoni, semi di futuro per i singoli e per l’intera nostra comunità ravennate.”