Secondo diverse segnalazioni da parte degli esercenti, da circa una settimana la centrale via Mazzini è stata scelta come meta di un turismo non proprio gradito.

Alcuni nomadi presidiano da diversi giorni la via, molestando ripetutamente sia i commercianti che i passanti.

Le continue richieste di denaro hanno assunto toni piuttosto aggressivi e, con prepotenza, si cerca spesso di prendere la vittima per sfinimento.

Si segnala in particolare un episodio che ha riguardato uno degli esercenti, avvenuto nella giornata di venerdì, quando il gruppetto ha cercato di entrare con forza all’interno della sua attività commerciale, nonostante il titolare si fosse frapposto tra i soggetti e il suo locale. Considerando la vitalità con la quale i nomadi cercavano di penetrare all’interno, il commerciante è stato costretto a gridare per chiedere aiuto e solo grazie alla presenza dei passanti e di altri esercenti, che sono prontamente usciti in strada, si è evitato probabilmente un episodio dai contorni incerti.

Alcuni esercenti hanno peraltro segnalato come le richieste di denaro partano dai classici “pochi spicci”, fino a toccare sfacciatamente anche le 10 euro. La via Mazzini, pur all’interno del centro storico, non risente certo del flusso di turisti e passanti alla pari delle altre vie maggiormente frequentate, e non è un segreto che alcune attività stiano attraversando da anni non poche difficoltà per sostenersi. Da tempo sono presenti alcuni soggetti che, professandosi “sordomuti”, si avvicinano ai clienti invitandoli a sottoscrivere una fantomatica raccolta firme per la ricerca di donazioni, e che da soli sarebbero sufficienti ad allontanare molti dei passanti. Se a questi, ora si aggiungono anche gruppi di nomadi che provocano letteralmente l’allontanamento di coloro che sono realmente interessati alla merce in vetrina, ecco che la situazione diventa esplosiva.

Quanto riportato è stato da me segnalato, nella giornata di lunedì 17 giugno, anche al Comandante della Polizia Locale, al quale rinnovo l’appello per attuare le giuste azioni preventive (e correttive) che possano essere in grado di disincentivare il fenomeno.