Il perdurare delle impalcature a protezione di eventuali pericoli e distacchi delle cornici dalla facciata della Chiesa dei Servi pone nell’associazione Italia Nostra degli interrogativi sulla situazione e sulle proposte relative ad uno dei più importanti edifici monumentali del ‘700 faentino, peraltro di proprietà comunale.

“Oltre una ventina d’anni fa, il complesso fu idealmente e naturalmente collegato a quel grande polo culturale comprendente la Biblioteca, che poté giustificare da parte del Comune di Faenza l’esercizio del diritto di prelazione nella vendita delle cosiddette “case manfrediane” a prezzo veramente vantaggioso e con la finalità di una destinazione pubblica” riassume la sede faentina di Italia Nostra. “È nota la conclusione della vicenda: lasciato il complesso all’incuria e al vergognoso degrado, mutata la destinazione da pubblica a privata, le “case” sono state vendute sottraendo alla città una realtà storica di grande rilievo oltre che una interessante documentazione di memorie artistiche dal ‘400 all’800, vanificando inoltre quel grande sogno del polo culturale di cui avrebbe fatto parte la Chiesa dei Servi.

Si tratta quindi di un’ennesima dimostrazione del fatto che le scelte e gli indirizzi della politica per la città sono legate alla contingenza dell’avvicendarsi delle amministrazioni e non rientrano in un progetto generale discusso e condiviso con le realtà politiche, economiche e culturali, trovando la forza e le idee per il reperimento dei fondi necessari in ordine alle priorità e alle  necessità reali dello sviluppo della città, evitando così iniziative spontanee ed estemporanee poco utili al bene comune.”

“Un caso simile del resto sta accadendo per il Palazzo delle Esposizioni, già individuato e più volte confermato come luogo deputato per mostre e manifestazioni, tra l’altro dopo la dismissione del centro fieristico, e ora discutibilmente lasciato alle sia pur meritevoli attività di volontariato”.

Italia Nostra chiede quindi quali possano essere i progetti sul complesso all’angolo fra via Manfredi e corso Saffi: “Sottolineiamo pertanto le nostre preoccupazioni circa la destinazione della Chiesa dei Servi nel timore di appetiti e interessi commerciali incompatibili col luogo, che magari potrebbero essere mascherati dal finanziamento meritorio del restauro del monumento; sarebbe un caso analogo a quello dell’Arena Borghesi dove il grande merito acquisito per la riqualificazione dell’area e il restauro del palcoscenico nasconde la realtà ben più prosaica della necessità dell’ampliamento del supermercato con abbattimento degli alberi e pressoché soppressione dell’area verde.

Mentre si chiede all’Amministrazione se esista un progetto e, in caso affermativo, quale il motivo del silenzio, si auspica che il problema della Chiesa dei Servi venga portato alla discussione non solo delle forze politiche e del commercio, ma anche a settori più ampi, magari calandolo all’interno di un progetto complessivo della città con scelte di indirizzo opportunamente condivise”.