Già negli anni scorsi la Camera di commercio aveva espresso più volte  la propria preoccupazione per l’affossamento del settore off-shore e la conseguente dipendenza energetica dall’estero causata dalle scelte del Governo: dopo le missive inviate al Governo  con le quali il presidente dell’Ente di Viale Farini aveva unito la sua voce a quella delle Istituzioni, dei Sindacati, delle Associazioni di categoria e delle imprese del settore rappresentante dal ROCA per segnalare gli effetti disastrosi del blocco delle prospezioni voluto dal Governo, ora un nuovo forte intervento di Giorgio Guberti, a sostegno dell’appello lanciato dal sindaco di Ravenna Michele de Pascale in vista dell’approvazione di un nuovo “Pacchetto Energia”.

“L’assenza di una coerente strategia nazionale sull’energia ha avuto conseguente gravissime e non solo per l’economia locale, prime tra tutte la non autosufficienza energetica del nostro Paese. Stiamo pagando, oggi più che mai, gli effetti delle scelte, o non scelte, operate a livello nazionale e aggravate prima dalla pandemia e poi dal conflitto: ora è arrivato il momento delle decisioni”

Così Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna, che ha aggiunto: “Questo conflitto, che si è innestato in una situazione economica già provata dagli effetti della pandemia, ha compromesso le più rosee prospettive economiche precedentemente stimate per il 2022: le previsioni di aprile sui dati Prometeia per il 2022 vedono il valore aggiunto provinciale variare del +2,1 (era il +7,5 nel 2021), con un dato negativo sull’industria (- 0,4 rispetto al +13,1 del 2021) mentre la variazione per l’occupazione, che si attestava ad un +3,6 nel 2021, dovrebbe registrare un  – 0,5. Gli scenari sono caratterizzati da grande incertezza e volatilità, questo significa che le previsioni potrebbero modificarsi in meglio o in peggio in funzione degli sviluppi futuri della situazione geopolitica internazionale. Proprio per questo servono da una parte stabilità e decisione nelle scelte di politica economica ed energetica e  dall’altra nuovi driver di sviluppo per contrastare la crisi che si sta profilando. Ravenna, che vanta un’industria di tecnologie per la ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti al top nel mondo per innovazione e sicurezza, deve essere la città della transizione, pronta ad investire su rinnovabili,  ma in una visione di lungo periodo sul futuro energetico e industriale del nostro Paese, sfruttando le risorse naturali e pulite che sono a disposizione e la grande competenza e know how tecnologico sviluppato dalle aziende ravennati che operano in questo settore. Dobbiamo puntare alla ripresa delle attività estrattive in un contesto di investimenti e progetti che spingano la transizione ecologica in nome della sostenibilità e della sicurezza ambientale, e il pacchetto di azioni che Ravenna potrebbe sostenere, rigassificatore galleggiante, parco eolico offshore, sistema CCUS per captare la CO2, va esattamente in questa direzione”.