Avevano preso di mira la catena H&M con furti in diversi punti vendita di tutta Italia, anche nei negozi in provincia di Ravenna. La Procura della Repubblica di Pordenone ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini nei confronti di nove persone, originarie dell’Albania, ritenute colpevoli di una serie di ruberie.

Le indagine sono scattate a settembre dopo la denuncia di una serie di furti al punto vendita della catena svedese all’interno del centro commerciale Gran Fiume di Pordenone. La Squadra Mobile della locale Questura ha così scoperto le attività della banda, formata da quattro uomini e cinque donne e specializzata nei furti in trasferta. I nove, alternandosi in gruppi, raggiungevano il territorio italiano dove si fermavano per una decina di giorni durante i quali, spostandosi con auto a noleggio, raggiungevano i vari punti vendita H&M sul territorio nazionale e rubavano numerosi capi d’abbigliamento, dal valore di migliaia di euro, nascondendoli all’interno di carelli della spesa muniti di dispositivi anti-taccheggio.

Il modus operandi era sempre lo stesso:  le donne facevano ingresso all’interno del negozi e, dopo aver sfilato i capi d’abbigliamento delle grucce, li nascondevano tra gli scaffali dei negozi; quindi gli uomini entravano nel negozio e occultavano i capi nei carrelli. Un altro componente della banda, fuori dal negozio, svolgeva il ruolo del “palo”. I furti si consumavano nel giro di un’ora; terminata l’azione, il gruppo si allontanavano a bordo delle auto a noleggio dirigendosi verso altri centri commerciali. Solitamente venivano colpiti più punti vendita nell’arco della stessa giornata.

Terminati i dieci giorni, i nove tornavano in Albania. I primi provvedimenti sono stati emessi il 16 dicembre scorso, dopo l’identificazione dei primi cinque componenti della banda. La misura restrittiva è stata confermata dopo l’interrogatorio di garanzia, nel quale il Giudice per le indagini preliminari ha accolto in pieno la tesi accusatoria sostenuta dalla Procura nei confronti di tutti e cinque gli arrestati. Il 13 gennaio la Sezione del Riesame del Tribunale di Trieste ha rigettato il riesame presentato dagli avvocati di due degli arrestati e confermato l’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Pordenone.

A poco più di un mese dall’esecuzione dei provvedimenti di fermo, agli indagati sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini: sono stati contestati ben 36 furti commessi in tutto il territorio nazionale tra il mese di settembre e quello di dicembre in diversi punti vendita H&M. A essere colpiti principalmente i punti vendita situati del Nordest. Oltre a Ravenna, inoltre, il gruppo ha colpito nei territori di Chieti, Teramo, Civitanova Marche e Campobasso.

Si è poi accertato che la merce trafugata, una volta giunta in Albania, veniva messa in vendita dalla moglie di uno degli arrestati all’interno dei punti vendita H&M situati nelle città di Tirana, Durazzo e Valona gestiti proprio dalla donna stessa. Per questo i due coniugi, ritenuti i capi dell’organizzazione, sono stati indagati anche per l’ipotesi di reato di auto riciclaggio in concorso.