“Si legge sulla stampa che in mattinata è avvenuto, presso la piscina comunale di Ravenna, un incontro positivo fra l’assessore ai lavori pubblici, i tecnici comunali, il gestore e le società sportive; che l’assessore ha assunto l’impegno di installare “entro i primi giorni di novembre il tanto desiderato impianto di ventilazione che consentirà agli agonisti di potere tornare a usare gli spogliatoi e le docce e quindi a fruire della piscina in maniera ‘regolare’, ovviando alle difficoltà del momento”; che le difficoltà erano emerse “per le proteste di alcune società sportive e dei genitori degli atleti, che lamentavano il disagio dei ragazzi per doversi cambiare sugli spalti e per non avere a disposizione nemmeno i phon per asciugarsi i capelli”; che “bisogna pazientare un altro mese e dopo almeno questo problema sarà risolto”; che “le società hanno capito e hanno dato la loro disponibilità a collaborare avendo sul collo la pressione delle famiglie” afferma Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna.

“Lo stesso giorno, il collega consigliere comunale Panizza, usuale utente della piscina, aggiunge a tale situazione la seguente aggravante: “Da capitolato, gli ambienti devono avere una temperatura non inferiore alle vasche che ricordiamo, per la vasca da 50m non deve essere inferiore ai 28 gradi e per quella da 25m non inferiore ai 29 gradi. Troppo spesso si tende a dimenticare” continua Ancisi.

Un cittadino ravennate, professionista di alto livello, cerca su internet la mail di Lista per Ravenna e ci scrive: “La presente solo per esternare il mio stupore e la mia delusione nel dovere purtroppo rassegnarmi al silenzio assordante riguardo alla situazione del nostro impianto natatorio. Sono ormai quattro giorni che, dopo la pausa natalizia, la piscina comunale non è fruibile per problemi all’impianto di riscaldamento, risalente a chissà quando. Solo oggi le squadre agonistiche e i normali utenti potranno tornare in acqua per svolgere la loro attività, con temperature assolutamente proibitive visto il malfunzionamento dell’impianto suddetto. Se non mi sbaglio, sono mesi che l’assessore promette la messa a norma di soffioni (per asciugarsi i capelli) e di tutto ciò che un normale impianto per attività sportiva necessiti. Sono mesi che chiunque ne fruisce è obbligato, nella stagione invernale, ad uscire con capelli bagnati ecc. Tutto ciò nel momento in cui sottoporre atleti e cittadini a sindromi influenzali non sembra essere proprio la cosa migliore.Tutto quello che ruota intorno alla piscina comunale di Ravenna è assolutamente inaccettabile. La cittadinanza ha sentito parlare di nuovo progetto, ristrutturazione, doppia piscina, ecc. A che punto siamo adesso? Il silenzio è assordante. Tutte le varie categorie di persone che fruiscono dell’impianto dovrebbero far sentire la loro voce e la propria indignazione. Il titolo giusto di un articolo a riguardo potrebbe essere: Un tuffo nel pantano” . 

Giro al cittadino esasperato la sintesi di un abbondante dossier (disponibile per chiunque la richieda) che dimostra come Lista per Ravenna si sia battuta al massimo da almeno 15 anni e fino ad oggi per denunciare, finanche alla magistratura, la scandalosa gestione politico/amministrativa della piscina, i cui costi esorbitanti sono pagati dai cittadini contribuenti per il 98%. Aggiungo che lo abbiamo  fatto solitariamente fino a metà 2018, a fronte di complicità, collusioni o quanto meno compiacenze di ogni genere, pubbliche e private. A questa condizione strutturale della piscina vanno fatte ricadere tutte le conseguenze di cui i fatti esposti sono punta dell’iceberg, ma della cui risposta al “silenzio assordante” faccio carico al sindaco col presente question time, chiedendogli: 

  1. nello specifico, se e quando la piscina comunale sarà messa a norma almeno per non attentare alla salute dei suoi utenti, sportivi e non;
  2. più in generale, a che punto siamo e con quale tempistica sulla/e futura/e piscina/e. 

Quanto sopra sottolineando che tutta la cittadinanza ha diritto di sapere perché determinate scadenze o promesse vengano disattese in silenzio. Si avverte, tuttavia, che non sarà accettato come scusante il covid, che anzi ha rovesciato anche sulla nostra città fiumi di denaro in conto debito Italia. Per non dire che, perdurando proprio questa fase epidemica, opere pubbliche se ne stanno facendo ad impressionante valanga, interrotte se mai solo per impedimenti giudiziari o giuridici (palazzetto dello sport, nuovo palazzo degli uffici in viale Berlinguer, nuovo polo dell’infanzia dentro il parco di via Vicoli…)” conclude Alvaro Ancisi.