• Dunque, da oggi 1° agosto il Polo vaccinale di Ravenna si trasferirà per le 10 postazioni attuali presso il centro commerciale ESP di via Bussato e per 5 postazioni aggiuntive presso il CMP di via Fiume Montone Abbandonato. L’AUSL Romagna ha espresso soddisfazione sul contratto “vantaggioso” stipulato per l’affitto annuale di quell’immobile, pari a 9.500 euro mensili, 000 annuali: una struttura di 950 metri quadrati, costruita nel 2017 durante i lavori di ampliamento dell’ESP, evidentemente resasi superflua. Sul suo prezzo dovrebbe però essere fornito qualche chiarimento, dato che alla spesa unitaria di 10 euro mensili per metro quadrato si oppongono i valori ufficiali di mercato di tale genere di immobili nella medesima area urbana, che sono di 2,2 euro al minimo e di 3,3 al massimo. Pur tenendo conto che 2,5 euro sono stati conteggiati come spese per i servizi comuni e per le utenze elettriche, il costo è comunque più che doppio di quello massimo di mercato, senza che l’AUSL ne abbia dato spiegazione.
  • Certamente, 9.500 euro al mese sono un “risparmio” colossale rispetto al prezzo di 70.000 euro pagato mensilmente al Pala De André da gennaio a marzo, per avere altrettante 10 postazioni vaccinali, ed anche a quello un po’ inferiore, grazie ai minori consumi per il riscaldamento, pagato da aprile a luglio. Ma non sono meno di 400.000 gli euro versati in sette mesi nelle casse private del Palazzo, nonostante ne sia proprietario il Comune di Ravenna.
  • Lista per Ravenna ha caparbiamente dimostrato che ovunque, nel territorio dell’AUSL Romagna, il medesimo servizio è costato enormemente meno, o addirittura è stato offerto gratis, come ha fatto per esempio il Comune di Faenza col proprio Centro fieristico e palazzetto dei congressi. Al bando di febbraio 2021 dell’AUSL Romagna voluto da Lista per Ravenna, ma finito poi nel cestino, avevano risposto il Cinema City (37.500 euro al mese), la sala da ballo di Amare Ravenna (10.300 euro) e il Grand Hotel Mattei (24.000). Ma AUSL prese in considerazione l’ESP fuori gara, annunciando anche, in quel momento, di voler installare un proprio autonomo centro vaccinale entro l’area dell’ospedale. Dicemmo che sarebbe stato “strategicamente preferibile perché a diretto contatto coi servizi ospedalieri e utilizzabile per ogni emergenza sanitaria di tale entità, compreso il perdurare di quella attuale”. I fatti ci stanno dando purtroppo ragione. Ma passerà ancora almeno un anno, senza che se ne faccia niente, con un centro vaccinale da una parte ed uno da un’altra.

    In definitiva, una storia portata avanti nel segno dell’improvvisazione, con spese largamente esorbitanti, che hanno sottratto molto denaro pubblico alle tante esigenze sanitarie irrisolte sul fronte della pandemia.