“Le ultime notizie sul nuovo Polo degli uffici di viale Berlinguer rivestito con legno di faggio, progettato nel 2004 e in costruzione dal 2014, non ci dicono ancora quando sarà ultimato, anche se avrebbero dovuto finirlo in due anni e mezzo” afferma Alvaro Ancisi (capogruppo di Lista per Ravenna e Polo civico popolare).

“Non conosciamo neppure l’aggiornamento dei suoi costi, fermi a giugno 2020, quando era salito a 32,3 milioni rispetto ai 26,4 di partenza (3 mila euro il metro quadro di superficie edificata, circa il doppio dei valori di mercato). Il 18 ottobre 2021 si è invece saputo, da un avviso a pagamento pubblicato su alcuni quotidiani, che la procedura di “fornitura e posa di arredi” per i nuovi uffici si è conclusa a favore della ditta G8 Mobili di Benevento, vincitrice della gara d’appalto. Andando a guardar meglio, abbiamo visto che il corrispettivo riconosciuto a questa impresa è di 229.709 euro (Iva compresa) e che sono stati messi 261.713 euro a disposizione dell’amministrazione comunale per i lavori in economia, gli allacciamenti ai pubblici servizi e altri interventi minori. In ragione di ciò, gli arredi del nuovo Polo sono stati iscritti a bilancio per 450 mila euro” prosegue Ancisi.

“Colpisce soprattutto la spesa vistosa dell’’appalto che, anche escludendo il reimpiego di tutti gli arredi in uso negli uffici da trasferire, supera nettamente i normali costi di mercato. Lo dimostra il fatto che due lotti della stessa fornitura, disponibili a miglior prezzo in una convenzione attiva presso Intercent-ER (la centrale pubblica di acquisto dell’Emilia-Romagna), non si sono potuti utilizzare perché (è scritto nel provvedimento del Comune di Ravenna) “comprendono articoli non rispondenti alle necessità dell’architettura dei locali da attrezzare e per i quali sono richieste anche realizzazioni su misura”. Insomma, la convenzione della Regione, anche se stipulata a seguito di una gara d’appalto e destinata a fornire gli arredi a tutte le amministrazioni pubbliche della regione, “pur avendo prezzi inferiori, non risponde ai requisiti minimi richiesti per gli ambienti in cui questa dovrà essere collocata”” spiega Ancisi.

“Gli effetti collaterali dell’architettura studiata per i nuovi uffici pubblici, per lo meno strana vista da fuori, per alcuni orrenda, si estendono dunque agli arredi che, essendo inadatti a quelli standard “in termini di accessori, solidità ed ergonomia”, rispondono a design, materiali e finiture su misura. Si potrebbe dire “firmati”, oggetti da boutique. Tanto paga Pantalone” conclude Alvaro Ancisi.