“Desta sgomento e imbarazzo la propaganda con cui il candidato sindaco PD Barattoni esibisce vocazioni ambientalistiche. Basta osservare i risultati prodotti dall’amministrazione de Pascale, alla quale egli garantisce totale continuità, per comprendere che si tratta di una narrazione puramente retorica. Suonano infatti ecologismo di facciata i concerti giornalieri con cui annuncia, come estraendole da un cappello a cilindro, la restituzione alla natura di aree cittadine cementificate (cosiddette “desigillazioni”), la  creazione di nuove zone verdi nei centri abitati (cosiddette “forestazioni” urbane), la riattivazione di relazioni ecologiche in quartieri  fortemente degradati (cosiddette “rinaturazioni”), da ultimo la riprogrammazione degli sfalci e astronomiche piantumazioni di “50mila nuovi alberi”.

C’è da chiedersi dov’era Barattoni, segretario provinciale del PD, o se dormiva, quando de Pascale, nei nove anni da sindaco, ha raccolto ininterrottamente record di consumo di suolo, finché, nel 2024, il Rapporto ISPRA ha classificato Ravenna, con 89 ettari di suolo consumati solo nel 2023, al secondo posto tra i Comuni più cementificati d’Italia. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Meno alberi, più asfalto. Più vincoli ideologici, meno tutela reale. Cittadini senza ascolto, quartieri senza ombra, paesaggi impoveriti. Qualità dell’aria peggiorata (dati ARPAE), con frequenti sforamenti dei limiti imposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, soprattutto per il particolato sottile, agente cancerogeno per l’uomo. Per non parlare del via libera, per 25 anni, ad una vicinanza dalla spiaggia mai vista altrove, del rigassificatore, una delle opere più impattanti in assoluto sull’ambiente marino e terrestre. Non basta. Alberi vandalizzati e mutilati orrendamente dalle dannosissime e pericolose capitozzature, abbattimenti in pieno periodo di nidificazione dei volatili, regolamento del verde lettera morta. Già secchi gli alberi piantati come compensazione delle cementificazioni, o nei nuovi parcheggi, o in improbabili zone verdi, e persino nel tanto decantato “Parco Marittimo”, dove non si contano quelli rinsecchiti in riva al mare. Tanta malasorte è toccata soprattutto ai lecci, vittime della sostituzione etnica con cui il PD ha dichiarato guerra al pino domestico, simbolo millenario di Ravenna.

La distanza abissale tra imbonimento e realtà emerge nei continui attacchi al patrimonio arboreo collettivo, come a Ravenna in via Maggiore, dove dal  2012 i pini vengono sistematicamente tagliati e non ripiantati, o a Lido di Savio, dove il Parco Marittimo ha come primo scopo di farne strage. Per correre ai ripari contro l’emorragia di voti con cui i cittadini attenti all’ambiente potrebbero sonoramente punire l’attuale maggioranza, il PD ha persino adottato, nella propria famiglia allargata, i Verdi, rispolverati dopo anni di naftalina, ed ora abbracciati ai 5 Stelle, inutilmente compensati da de Pascale con l’assessorato al verde pubblico.

Un’amministrazione che si è distinta per noncuranza delle istanze dei cittadini e per l’abbandono di ogni visione urbanistica di lungo periodo, si nasconde ora dietro ad una burocratica propaganda elettorale, professando una difesa della salute ambientale e dei suoi cittadini con annunci sensazionalistici assolutamente incredibili. Nel frattempo si permette però ancora – cosa gravissima, illogica ed antieconomica – di decretare la morte di grandi alberi sani e la distruzione di patrimoni arborei collettivi, cancellando piazze e viali alberati, ignorando i dati scientifici  e persino imbarcandosi in perizie di cui si discute in tribunale.

Per tutelare il nostro ambiente occorrono invece scelte chiare, rigorose, competenti e trasparenti.”

Alvaro Ancisi

(candidato sindaco di Lista per Ravenna, Lega e PDF e della lista Ambiente & Animali)