Al via tra una settimana a Ravenna la tredicesima edizione di Transmissions, il festival di Bronson Produzioni dedicato alle più innovative frontiere della musica, che raduna ogni anno nella città romagnola il meglio della ricerca in ambito sonoro internazionale.
Dopo la sospensione dell’edizione 2020 e l’inedito esperimento di Transmissions Waves a marzo di quest’anno, il festival torna finalmente in presenza a Ravenna dal 24 al 27 novembre 2021.
11 artisti e band da 7 paesi del mondo compongono un cartellone che, con il claim Enter The Soundfa ancora una volta della ricerca sonora più profonda il suo filo conduttore: un viaggio tra performance, hauntology e sperimentazione che si concentra sull’ascolto dei riverberi, dei sussurri e degli ambienti, attraversando i linguaggi sonori della musica contemporanea. Ecco il calendario completo:

24 novembre – mercoledì
ore 20.30
warm up: ToffoloMuzik – Dj set
Pan American (US)
Andrea Belfi (IT)
[Special Set]

25 novembre – giovedì
ore 20.30
warm up: Bruno Dorella – Dj set
Felicia Atkinson (FR)
Valentina Magaletti (IT/UK) | Marta Salogni (IT) | Andrea Belfi (IT) | Francesco Donadello (IT/DE)
[Special Set]

26 novembre – venerdì
ore 20.30
warm up: Trinity – Dj set
Dustin O’Halloran (US) w/ Echo Collective (BE)
Hatis Noit (JP/UK)
Laura Agnusdei (IT/NL)

27 novembre – sabato
ore 20.30
warm up: Chiara Colli – Dj set
Echo Collective (BE) plays JÓHANN JÓHANNSSON “12 Conversations with Thilo Heinzmann”
Lucinda Chua (UK)
Blak Saagan (IT)

Transmissions XIII – Enter The Sound recupera il suo format originale, caratterizzato dalla formula della direzione artistica esterna, dopo il successo dell’edizione 2019 guidata dal tandem Martin Bisi / Radwan Ghazi Moumneh (Jersualem in My Heart).
La curatela quest’anno è affidata a Francesco Donadello, compositore e sound engineer italiano di stanza a Berlino, dove lavora principalmente nell’ambito della musica sperimentale e delle colonne sonore. A lungo collaboratore di Johann Johannsson, Moderat, Hildur Guðnadóttir (Premio Oscar per The Joker), Donadello e si è aggiudicato il Grammy Award con il missaggio della colonna sonora dell’acclamata serie televisiva HBO Chernobyl. Soundtracks, classica contemporanea, sperimentazione, synth modulari e vecchi registratori a nastro saranno il filo conduttore che unisce una serie di artisti, amici e collaboratori invitati dal producer per essere a loro volta fonte di scoperta e ispirazione, com’è nello spirito di Transmissions fin dalla sua creazione: «Nonostante gli anni e le esperienze — ha dichiarato Donadello — per me un festival rappresenta ancora oggi un momento di entusiasmoscoperta e condivisione. Credo che Transmissions incarni un’idea di festival dal forte profilo internazionale in cui mi riconosco pienamente, in cui il valore artistico viene prima di ogni altra cosa, in cui gli artisti non si misurano in base ai loro ascolti su Spotify, in cui il programma è indipendente e slegato da dinamiche commerciali. Per me è un grande onore poterne fare parte e mi auguro che grazie al mio lavoro e ai miei straordinari compagni di viaggio anche il pubblico possa arrivare scoprire qualcosa di nuovo.»

«Con la tredicesima edizione di Transmissions – commenta l’assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia – Ravenna torna per quattro giorni al centro della scena internazionale della musica di ricerca e d’avanguardia. Anche quest’anno Transmissions presenta un programma di altissimo profilo, frutto del lavoro rigoroso che in questo campo Bronson Produzioni porta avanti da molto tempo, che vedrà esibirsi negli spazi della nostra città artisti provenienti da tutto il mondo. Troviamo assolutamente interessante che per questa edizione 2021 Ravenna non sarà solo luogo di performance ma anche occasione di profonda ricerca artistica e produzione di materiale inedito

Transmissions XIII – Enter The Sound riporterà nel complesso ex-industriale delle Artificerie Almagià, negli spazi contigui della Darsena cittadina e al MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna le avanguardie più sorprendenti della scena internazionale, riprendendo il percorso dal punto in cui è stato giocoforza interrotto, ma anche puntando su alcune importanti novità, a cominciare da una serie di collaborazioni inedite che daranno vita ad un vero e proprio cantiere creativo anche al di là della quattro giorni ravennate: da quella inedita tra Andrea Belfi e Pan American, che lavoreranno il giorno precedente al debutto del festival anche a un set condiviso, ai belgi Echo Collective, che oltre a presentare lo straordinario 12 Conversations with Thilo Heinzmann di Jóhann Jóhannsson saliranno sul palco insieme al pianista e compositore americano Dustin O’Halloran per accompagnare la sua esibizione e saranno in residenza a Ravenna per un’intera settimana al fine di produrre materiale inedito, allo Special Set che giovedì 25 novembre vedrà protagonisti Marta Salogni, Valentina Magaletti, Andrea Belfi e lo stesso Francesco Donadello in un esperimento a otto mani senza precedenti.
A impreziosire il programma delle serate live all’Almagià, aperte ogni sera da un warm-up dedicato (con i Dj set a cura di ToffoloMuzik, Bruno Dorella, Trinity e Chiara Colli), si aggiungerà venerdì 26 novembre alle 17,30 presso il MAR – Museo D’Arte della Città di Ravenna (Sala Martini) uno speciale Q&A moderato da Chiara Colli (Zero), che vedrà protagonisti Marta Salogni e Francesco Donadello dal titolo La forma del suono: trasformazioni e sfide, il ruolo del produttore oggi. Marta Salogni in conversazione con Francesco Donadello.

Transmissions Festival è presentato da Associazione Culturale Bronson con il contributo del Comune di Ravenna – Assessorato Alla CulturaRavenna Per Dante e Regione Emilia-Romagna e la preziosa collaborazione Dice.fm.
Uno speciale ringraziamento ai mediapartner del festival Radio Rai3 — che riprenderà e trasmetterà nei mesi a seguire una selezione dei live all’interno dello storico programma Battiti, URSSS — che si occuperà delle riprese audio e video della manifestazione, Radio Raheem — che seguirà il festival attraverso un palinsesto giornaliero dedicato con interviste ai protagonisti, Zero e The New Noise.

L’artwork di Transmissions XIII è opera di Mindshapes, artista milanese parte del collettivo Satatttvision, che nasce come tatuatore per arrivare ad indagare in maniera unica le arti visive nelle sue diverse manifestazioni e tecniche. In occasione del festival Mindshapes realizzerà anche un murale originale su una speciale parete allestita ad hoc all’Almagià.

Su Spotify è disponibile la playlist ufficiale del festival, mentre sono in vendita sul sito transmissionsfestival.org gli abbonamenti e i biglietti per seguire tutti gli appuntamenti del festival.

PAN AMERICAN
Inizialmente parallelo al percorso della band d’origine, Pan American è il progetto solista di Mark Nelson, mente, chitarra e voce dei seminali Labradford. Nato nel 1997 e improntato alla ricerca di una nuova commistione tra ambient, dub e minimalismo, il percorso di Nelson ha gradualmente deviato verso placidi territori ambient-acustici di stampo cinematico, finendo per far assumere a Pan American, con le sue accuratissime elaborazioni sonore, il ruolo di ideale continuazione dell’esperienza dei Labradford. Una delle colonne portanti del suono Kranky e più in generale del post-rock ambientale. Le sue esibizioni dal vivo sono rare e preziose.

BLAK SAAGAN
Con base ai margini della laguna veneziana, Samuele Gottardello (in arte Blak Saagan), realizza da anni la propria library music unendo la tradizione delle colonne sonore psichedeliche italiane degli anni 60/70 con la musica elettronica, ambient e drone, sviluppando paesaggi kosmische kraut e post-punk industriali. Mentre il suo primo disco A Personal Voyage esplorava lo spazio, influenzato dal lavoro del cosmologo Carl Sagan, Blak Saagan, con il suo ultimo concept album, Se Ci Fosse La Luce Sarebbe Bellissimo, porta gli ascoltatori in una direzione completamente diversa. Li prende per mano e li porta a rivivere una delle pagine più tristi e oscure della storia italiana: il rapimento di Aldo Moro da parte dei terroristi delle Brigate Rosse, nel 1978. Ogni brano si collega alla vicenda e prende spunto dagli accadimenti trascorsi durante quei 55 giorni, dall’aggressione alla scorta e rapimento di Moro al ritrovamento del suo corpo nel bagagliaio di una Renault 4.

ANDREA BELFI
Andrea Belfi ha costruito negli anni un linguaggio sonoro estremamente personale, basato sulla combinazione di un essenziale set di batteria e di un set di elettronica altrettanto minimale. Belfi si è creato una reputazione come artista solista anche attraverso le sue numerose collaborazioni con artisti del calibro di Nils Frahm, Mike Watt e David Grubbs. Il suo ultimo disco solista, intitolato Ore, è stato pubblicato dall’etichetta Londinese Float e ha destato l’attenzione di personalità influenti nella musica indipendente internazionale come Mary Anne Hobbs e Gilles Peterson. A luglio 2019 è uscito il mini-album Strata, lavoro che si è sviluppato attraverso una ricerca dei ritmi Gnawa, una tradizione musicale nordafricana che attinge da antiche canzoni spirituali e religiose. Recentemente Belfi è stato scelto da Thom Yorke come opening act del suo Tomorrow Modern Boxes tour, sia per le date europee (luglio 2019) che per quelle americane (settembre-ottobre 2019).

FÉLICIA ATKINSON
Félicia Atkinson è una musicista e artista francese nata nel 1981 a Parigi. Il suo lavoro tratta temi di ascolto profondo, cut up, silenzio, rumore e linguaggio ed è una combinazione di improvvisazione e composizione sovrapposta, come un materiale tessuto astratto, dove la voce incontra l’elettronica, gli strumenti acustici e i field recordings. I suoi ultimi album sono Everything Evaporate (2020), The Flower and the Vessel (2019), Hand in Hand (2017) e A Readymade Ceremony (2015), oltre a lavorare con Jefre Cantu-Ledesma su Limpid As The Solitudes (2018) e Comme Un Seul Narcisse (2016), tutti pubblicati su Shelter Press. Recentemente ha suonato al Berlin Atonal, al Barbican di Londra, al Semi Breve festival di Braga, Unsound Karkow, Le Guess Who Utrecht, all’ISSUE Project Room di New York, al Festival Presences Electroniques di Parigi e allo Zebulon di Los Angeles.

VALENTINA MAGALETTI
Valentina Magaletti è una batterista, compositrice e percussionista il cui obiettivo è quello di arricchire strategicamente una tavolozza folkloristica ed eclettica attraverso infiniti ascolti e sperimentazioni con nuovi materiali e suoni. Si è esibita con molti artisti tra cui Nicolas Jaar, Jandek, Helm, Raime, Malcom Catto, Charles Hayward, Graham Lewis (Wire, Dome), Tightpaul Sandra (Coil, Spiritualized, Julian Cope), Thurston Moore, Bat for Lashes, Gruff Rhys (Animali super pelosi) e molti altri. Nel suo progetto attuale, Vanishing Twin (Fire Records) ha un approccio jazz più convenzionale che trova la sua fuga nelle registrazioni drone/field recordings. Valentina è nata a Bari, in Italia, e vive a Londra.

MARTA SALOGNI
Marta Salogni è una produttrice musicale, mixer e ingegnere del suono. Ha iniziato il suo tragitto nel mondo della musica in vari locali indipendenti e festival di controcultura italiani e si è poi trasferita a Londra, dove ha continuato la sua carriera in studi di registrazione collaborando con artisti quali M.I.A, Björk, Bon Iver, Holly Herndon, Daniel Avery & Alessandro Cortini. Come artista e compositrice, si focalizza su lavori sperimentali con macchine a nastro, loop cumulativi, feedback e tape delays, spesso collaborando con altri artisti manipolando i loro suoni come sorgenti live. Ha mixato il nuovo disco di Animal Collective, Time Skiffs, in uscita a febbraio 2022.

DUSTIN O’HALLORAN
Dustin O’Halloran è un pianista e compositore americano con all’attivo cinque acclamati album da solista sotto il suo nome ed è membro della band A Winged Victory for the Sullen con Adam Wiltzie. Ha pubblicato il suo primo EP per la rinomata etichetta di musica classica Deutsche Grammophon, Sundoor, nel 2019, e il suo album di debutto per Deutsche Grammophon Silfur è stato rilasciato nel giugno 2021. La carriera cinematografica di O’Halloran è iniziata con Marie Antoinette (2006) di Sofia Coppola e da allora ha lavorato a numerosi film e programmi TV, tra cui Like Crazy (2011) e Breathe In (2013), diretti da Drake Doremus entrambi interpretati da Felicity Jones. Ha anche composto la colonna sonora di Puzzle (2018) di Marc Turtletaub, per la cui canzone di chiusura ha collaborato con Ane Brun, e The Hate U Give (2018) di George Tillman Jr., acclamato dalla critica. È il vincitore di un Emmy Award 2015 per il tema principale per la serie di Amazon Transparent (2014-2017) ed è stato nominato per un Oscar, un Golden Globe, un BAFTA e un Critics Choice Award per la colonna sonora di Lion (2016), scritto in collaborazione con Volker Bertelmann (alias Hauschka). Ha anche collaborato con Bertelmann alla colonna sonora di A Christmas Carol (2019) con Guy Pearce, Ammonite (2020) con Kate Winslet e Saoirse Ronan e The Old Guard (2020) con Charlize Theron. Altre collaborazioni includono quellla con Bryan Senti nella serie Sky TV Save Me (2018-). Inoltre, ha lavorato come produttore per la canzone di Katy Perry Into Me You See dal suo album del 2017, Testimone, e appare nell’album postumo di Leonard Cohen del 2019, Thanks For The Dance. O’Halloran vive a Los Angeles e Reykjavik.

ECHO COLLECTIVE
Fondati da Neil Leiter e Margaret Hermant, Echo Collective è un gruppo eterogeneo di musicisti provenienti da studi classici con base a Bruxelles. Oltre al loro progetto, il gruppo collabora con compositori e musicisti moderni per live, tours, colonne sonore e composizioni originali “Post-classical”, “neo-classical”, “non-classical”: nessuno sa come chiamare la musica degli Echo Collective. Ma nemmeno Neil Leiter e Margaret Hermant sembrano interessarsi molto alla cosa. La musica sinfonica portata fuori dai circuiti classici è diventata molto famosa negli ultimi anni, e Leiter e Hermant hanno assistito all’evoluzione e alla straordinaria ascesa di questo movimento da vicino. Hanno lavorato con alcuni musicisti di spicco, sia nel mondo della registrazione che nei live in tutto il mondo: A Winged Victory for the Sullen, Johann Johannsson, Joep Beving, Stars of the Lid, Erasure, Daniel O’Sullivan, Adam Wiltzie, Dustin O’Halloran, Christina Vantzou, MAPS, Michel Bisceglia, and James Heather.

HATIS NOIT
Originaria della lontana Shiretoko nell’Hokkaido, Hatis Noit ora risiede a Londra. La gamma vocale dell’artista giapponese è stata ottenuta sorprendentemente da autodidatta, ispirata dal Gagaku e stili operistici, canto bulgaro e gregoriano, dall’avanguardia e dal pop. Fin da piccola è consapevole del potere viscerale della voce umana; uno strumento primordiale e istintivo che ci collega all’essenza stessa dell’umanità, della natura e del nostro universo. Il nome Hatis Noit stesso è tratto dal folklore giapponese, che significa “il gambo del fiore di loto”. Il loto rappresenta il mondo vivente, mentre la sua radice è il mondo degli spiriti, quindi Hatis Noit è ciò che li collega. Per Hatis Noit, la musica rappresenta lo stesso mondo sotterraneo con la sua capacità di commuoverci e trasportarci dall’altra parte; il passato, un ricordo, il nostro subconscio. Il suo primo EP Illogical Dance è uscito per Erased Tapes, creando mondi unici con interpretazioni vocali trascendenti che allo stesso tempo decostruiscono e ricombinano la classica occidentale, il folk giapponese e l’atmosfera della natura. Segnalata da The Guardian come One To Watch, Hatis Noit è apparsa nelle serate Erased Tapes 2020 ad Amburgo, Parigi, Nantes e Londra, seguita da una collaborazione con il direttore della fotografia Vincent Moon per Elevate a Graz, in Austria.

LUCINDA CHUA
Lucinda Chua è un’artista che vive nel sud di Londra. Usando principalmente la sua voce, il violoncello e una serie di effetti, Chua scrive canzoni pop ambient che sono intime, atmosferiche e incantevoli. Nata a Londra e cresciuta a Milton Keynes, Chua ha radici inglesi, malesi e ancestrali cinesi. Avendo imparato la musica a orecchio dall’età di tre anni con il metodo Suzuki, Chua considera la musica come una forma naturale di auto-espressione non verbale. Chua ha auto-pubblicato il suo EP di debutto Antidotes 1 – tra scrittura sommessa, canzoni pop introspettive e ampi paesaggi sonori materici – mentre partecipava allo schema di tutoraggio “Work In Progress” di NTS Radio e si esibiva contemporaneamente nella band dal vivo di FKA TWIGS per il suo tour Magdalene. Ora sta lavorando con l’etichetta indipendente 4AD al suo secondo EP, Antidotes 2, dove espande il suo vocabolario sonoro unico, con trame subliminali che si fondono l’una nell’altra prima di svanire.

LAURA AGNUSDEI
Laura Agnusdei è una sassofonista e musicista elettronica bolognese, diplomatasi in sax classico al Conservatorio G.B.Martini di Bologna, ha successivamente conseguito un Master in musica elettronica in Olanda, all’ Institute of Sonology di Den Haag. Il suo progetto solista esplora le possibilità della composizione elettroacustica, creando paesaggi sonori all’interno dei quali il sax rimane la principale voce narrante. Sospesa tra l’uso della melodia e la ricerca timbrica, residui di forma canzone e squarci improvvisativi, la sua musica amalgama diverse fonti sonore (acustiche, digitali e analogiche). Dopo il suo esordio con Night/Lights, un ep composto da 4 brani di elettroacustica sentimentale, uscito nel 2017 per l’inglese The Tapeworm, sotto la medesima etichetta è uscito a novembre 2019 il suo primo album Laurisilva, un lavoro che invita l’ascoltatore ad esplorare un paesaggio immaginario formato da suoni che proliferano e si stratificano come gli organismi viventi di una foresta. Dal 2016 la sua attività dal vivo l’ha vista esibirsi in diversi festival e venues tra i quali Rewire, EYE Filmmuseum (NL), Cafè Oto (UK), Node, Macao, MAST (IT) e aprire per artisti come Colin Stetson e Moor Mother. Dal 2015 al 2019 Agnusdei è stata inoltre sassofonista nei Julie’s Haircut, band con la quale ha inciso 3 dischi e si è esibita estensivamente in Europa.