“Tutti gli adulti sono stati bambini una volta”, scriveva Antoine de Saint-Exupéry, “ma pochi di essi se ne ricordano”: l’occasione per recuperare quelle memorie arriva a Ravenna in forma di spettacolo teatrale, con Il piccolo principe in scena dal 15 al 18 febbraio al Teatro Alighieri, con cinque recite – tre serali alle 20.30 e due pomeridiane alle 15.30 – per immergersi nell’amatissimo classico nato dalla fantasia dello scrittore-aviatore francese. A ottant’anni dalla pubblicazione del romanzo che ha incantato intere generazioni, lo spettacolo prodotto da Razmataz Live e diretto da Stefano Genovese unisce narrazione, musica, canto, nouveau cirque e installazione per raggiungere il cuore di spettatori di ogni età. Un’esperienza immaginifica e coinvolgente che può contare su un team creativo d’eccezione: accanto a Stefano Genovese, Carmelo Giammello firma le scene, Paolo Silvestri la direzione e gli arrangiamenti, Guido Fiorato i costumi e Giovanni Pinna il disegno luci. I giovanissimi Alessandro Stefanelli e Gabriele Tonti si alternano nel ruolo del Principe, mentre Davide Paciolla veste i panni dell’aviatore il cui velivolo precipita nel Sahara dando inizio alle avventure e agli incontri e Ludovico Cinalli quelli della Volpe che dispensa alcuni dei più celebri messaggi del libro; il cast si completa con Claudia Portale, Matteo Prosperi, Giulio Lanfranco e Vittorio Catelli. Ravenna è la seconda tappa del tour 2024 dello spettacolo – dopo Roma e seguita da Torino, Napoli, Milano… – dopo il successo dalla tournée dell’anno scorso, che ha venduto 60 mila biglietti.

Il piccolo principe è una storia che tutti conoscono ma nessuno ricorda, quasi a confermare che quanto suggeriva il suo autore corrisponde a verità: gli adulti non pensano mai alle cose veramente importanti. E quali sono queste cose? Quelle che dimentichiamo una volta lasciata alle spalle l’infanzia. Spetta proprio al Piccolo Principe, eterno bambino, rinfrescarci la memoria. Pubblicato nel 1943 negli Stati Uniti e soltanto postumo in Francia, Il piccolo principe è un racconto senza tempo. È anche il libro più tradotto dopo la Bibbia (in oltre 500 lingue e dialetti) e ha venduto più di 200 milioni di copie in tutto il mondo (19 milioni solo in Italia). Un’opera che nei decenni è stata declinata in vari linguaggi, dal fumetto al cinema, dal balletto all’animazione; persino Orson Welles si cimentò con una sceneggiatura del romanzo, anche se il progetto non fu mai realizzato.

Fedele allo stile dell’opera originale, nel mettere in scena Il piccolo principe il regista Stefano Genovese ha deciso di non lasciare alle parole il ruolo centrale, ma di affidare il racconto all’immaginazione, traducendolo in un’esperienza evocativa che solo il teatro, per sua natura, è in grado di restituire. “Ciascuna scena non si ferma agli occhi o alle orecchie o all’olfatto – racconta Stefano Genovese – Quelli sono solo porte sensoriali per arrivare alla destinazione finale: il cuore di ogni spettatore”. Le immagini, come sosteneva lo stesso Saint-Exupéry, autore anche degli acquerelli che completano il libro, aiutano a non dimenticare, a rendere reale ciò che, se fosse solo raccontato, non sarebbe creduto.