Da oltre cinquantadue mesi è in atto un negoziato con le associazioni datoriali in merito al rinnovo del contratto collettivo nazionale per le maestranze della vigilanza privata.

“Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, a livello nazionale, hanno operato ogni tentativo per arrivare a un accordo volto a migliorare le condizioni contrattuali di migliaia di lavoratrici e lavoratori impiegati in un settore strategico per la tutela della sicurezza privata e pubblica” spiegano i sindacati “Nel pubblico impiego svolgono servizio per Comuni, Ausl, Tribunali, Inail, Inps ecc. Si è, purtroppo, dovuto prendere atto della netta ritrosia delle controparti, che hanno proposto il peggioramento delle norme contrattuali attualmente vigenti e la negazione di qualunque riconoscimento salariale. In un momento drammatico per il Paese, come quello che stiamo vivendo, sarebbe necessario uno sforzo comune per garantire un corretto rapporto tra la tutela della sicurezza e del lavoro, garantendo il giusto equilibrio sociale e la difesa del potere di acquisto dei redditi da lavoro dipendente.

In questi lunghi mesi di emergenza sanitaria, gli operatori della vigilanza privata sono stati chiamati a svolgere un ruolo straordinario, hanno operato continuamente e, oltre a gestire la loro normale attività, hanno collaborato con gli enti pubblici e le imprese private, per assicurare le procedure di sicurezza previste dai Dpcm che si sono susseguiti per contrastare la pandemia. Uno sforzo realizzato sovente in condizioni di precaria sicurezza e con un aggravio del già faticoso impegno quotidiano, senza che vi sia stato alcun riconoscimento.

Fin dall’avvio delle trattative, le controparti hanno osteggiato il rinnovo del contratto nazionale e oggi invocano l’alibi della situazione emergenziale, un tentativo inaccettabile che si aggiunge alle pretese già avanzate volte alla precarizzazione del rapporto di lavoro ed alla negazione della professionalità che questi lavoratori hanno acquisito nel tempo. Una strategia miope, perseguita ormai da anni, che ha portato il settore a un imbarbarimento dei livelli di concorrenza, all’aggiudicazione di appalti al massimo ribasso, all’applicazione di contratti non confederali e peggiorativi delle condizioni lavorative, a violazioni di norme per l’esercizio dell’attività, a trascurare la salute e la sicurezza degli addetti”.

Le organizzazioni sindacali hanno indetto lo stato di agitazione, adito alle procedure di raffreddamento e proclamato lo sciopero nazionale del settore per il giorno 24 dicembre. Lo sciopero verrà effettuato dall’inizio di ogni turno del giorno 24 dicembre. A livello locale Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno scritto al Prefetto di Ravenna e a tutti i sindaci dei Comuni nel territorio provinciale per illustrare le motivazioni dello sciopero e sensibilizzare rispetto alle tematiche del lavoro.