Con l’arrivo della stagione turistica, torna a farsi sentire il Comitato cittadino di Tagliata, il gruppo composto da residenti e non, operatori del turismo e del commercio nato nell’estate di tre anni fa per chiedere misure concrete contro il degrado della frazione.

Nei giorni scorsi, il Comitato ha chiesto un incontro formale al nuovo sindaco Missiroli per sottoporgli una serie di criticità che, da tempo, affliggono la frazione cervese.

Durante l’incontro, calendarizzato per il prossimo 20 maggio, il Comitato rilancerà, in particolare, il tema della sicurezza dopo che, nelle scorse settimane, si sono registrati gli ennesimi atti vandalici negli stabilimenti balneari di Tagliata (regolarmente denunciati ai Carabinieri).

Tra i punti all’ordine del giorno dell’incontro in Municipio la delicata convivenza con i centri di accoglienza profughi (CAS) – una colonia e due alberghi – collocati nel cuore turistico della frazione. Tutte le strutture, infatti, ospitano oggi un numero imprecisato di profughi che, talvolta in passato, si sono resi responsabili di alcuni problemi di ordine pubblico che hanno creato disagi ai turisti ed ai cittadini.

Il Comitato, in particolare, chiederà all’amministrazione di installare delle telecamere di sicurezza come strumento di deterrenza per i reati della micro-criminalità, ma anche per un intervento più tempestivo in caso di episodi di illegalità: “Molti nostri associati – spiega il Comitato – hanno più volte ribadito la necessità di avere un impianto di video-sorveglianza, soprattutto nell’area della pineta, teatro già in passato di tanti episodi legati a spaccio e aggressioni”.

Come sempre il Comitato, che ribadisce il suo approccio autenticamente apolitico, proverà ad intavolare questi temi in maniera decisa ma sempre costruttiva: “Nessuno – precisa il Comitato – intende opporsi al valore della solidarietà, ma occorre trovare, assieme al Comune, luoghi più  consoni per queste esperienze di accoglienza. Tagliata è una località basata sul turismo e, da oltre dieci anni, ospita vari centri di profughi (oggi ben tre) che, inevitabilmente, generano problemi di convivenza. Pertanto, sempre nell’interesse esclusivo della località – che negli ultimi anni, non a caso, ha perso presenze – è necessario che il problema venga affrontato quanto prima per poter garantire anche ai nostri vacanzieri un contesto sereno e, soprattutto, sicuro”.