Nella giornata di sabato, all’età di 101 anni, è venuto a mancare Giuseppe Ghetti, ultimo fondatore ancora in vita del Niballo-Palio di Faenza ma anche grande organizzatore e promotore di eventi sportivi e della vita sociale della città. Giuseppe Ghetti è stato per mezzo secolo presidente del circolo sociale del Borgo ‘I Fiori’, che per il suo infaticabile e lungo lavoro gli aveva assegnato l’onorificenza più alta, il Premio Leon d’Oro. Ma Giuseppe Ghetti, come sottolinea un testo arrivato dei figli Aldo e Marco, il primo per anni responsabile del Servizio Cultura del Comune di Faenza, è stata un’importante figura per la vita sociale della città, tra questi dirigente sportivo nel mondo del ciclismo, tanto che il CONI, gli riconobbe la Stella d’Oro al merito. Le molteplici attività di volontariato gli hanno valso il passaggio a tutti i gradi del Cavalierato della Repubblica: prima Cavaliere, poi Cavaliere Ufficiale, poi Commendatore, infine Grande Ufficiale della Repubblica. Giuseppe Ghetti nel corso della sua lunga vita ha ricoperto molti incarichi tra cui la presidenza del Mic, il Museo internazionale delle ceramiche di Faenza, oltre a presiedere e partecipare alla fondazione di società sportive, una su tutte lo UOEI e del Palio di Faenza nel 1959, di cui era l’ultimo fondatore ancora in vita. Nel 1979, proprio per il suo impegno nella vita sociale, Giuseppe Ghetti ha ricevuto l’onorificenza di Faentino sotto la Torre.

Lo scorso anno il sindaco Massimo Isola, a maggio dello scorso anno, aveva partecipato alla festa per il suo secolo di vita proprio nella sede del circolo I Fiori.

“Giuseppe Ghetti -ricorda il primo cittadino- è stato testimone dei cambiamenti della nostra città e promotore di moltissime iniziative, in un momento in cui Faenza aveva bisogno di punti di riferimento. La sua dedizione a uno dei circoli storici e sempre stato propositivo nell’ambito delle iniziative di Faenza, cosa gli fecero assumere proprio il ruolo di figura di riferimento per tanti concittadini. Ghetti, tra le tante cose era anche l’ultimo co-fondatore del Palio del Niballo, una geniale intuizione per la vita sociale della nostra città, segno del grande affetto che nutriva per Faenza. Con lui scompare una delle importanti memorie storiche. In questa giornata triste, sono vicino alla famiglia, in particolare ai figli Marco e Aldo, quest’ultimo apprezzato dipendente del Comune di Faenza prima e dell’Unione della Romagna Faentina poi e oggi, pur in pensione, seguendo lo spirito di Giuseppe, prezioso collaboratore del Museo del Risorgimento e dell’età contemporanea”.