“È sempre più duro il confronto, ma si potrebbe tranquillamente parlare di conflitto, tra le sigle sindacali che rappresentano il personale sanitario e la direzione generale dell’Ausl Romagna, che appare sempre più in affanno. Dopo lo scontro con il personale della Continuità Assistenziale, dopo le contestazioni riguardanti le automediche e il personale delle ambulanze, dopo le recriminazioni dei pronto soccorsi, ecc., tornano a parlare gli operatori attraverso il sindacato Nursing Up Romagna:

«Si lavora in un clima lavorativo tossico con tanta rassegnazione e disaffezione alla professione sanitaria a causa soprattutto di una direzione generale autoritaria che utilizza sempre il bastone e mai la carota. In questo periodo i colleghi fanno spesso doppi turni e molti hanno ferie bloccate, vedi la terapia neonatale di Ravenna. Fra sindrome influenzale e stanchezza psico-fisica aumentano i certificati di malattia fra gli operatori senza contare poi la non sostituzione delle assenze programmate, legge 104, congedi parentali, gravidanze. Insomma siamo sul punto di implosione del sistema sanità…».

Non ci stupisce, purtroppo. Da mesi si moltiplicano i segnali d’allarme che, invece di essere colti come preziose indicazioni fornite da lavoratrici e lavoratori “sul pezzo”, sia i vertici AUSL Romagna che l’assessorato regionale si preoccupano solo di rintuzzare per salvare la (propria) faccia, lanciando improbabili accuse proprio nei confronti di chi ogni giorno manda avanti la baracca. Paradigmatico il caso della Guardia Medica che si vorrebbe riformare… riducendo il personale, accusata di non rispondere al telefono! Stessa cura (e stesse offese) per le automediche del resto. E così via.

In compenso, mentre una “nave” una volta di eccellenza si trova ad affondare in un mare di guai, si trova il tempo e i soldi per gonfiare la dirigenza. Denuncia Nursing Up: «Nonostante questo totale disastro organizzativo/gestionale il direttore generale in modo unilaterale, senza l’approvazione dei sindacati, ha pensato bene di “premiare” i propri collaboratori delle direzioni infermieristiche con la massima indennità che il contratto mette a disposizione per chi svolge funzione apicali». Del resto si tratta di un’azione premiante in continuità con l’aumento del 20% riconosciuto alle posizioni apicali delle aziende sanitarie e ospedaliere del territorio…

Nel frattempo arriva anche la denuncia del Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani dell’Emilia Romagna: «Si apprende inoltre con preoccupazione delle recenti dichiarazioni che sarebbero state rilasciate dal direttore Generale della Romagna nelle quali avrebbe addirittura affermato di volere che le Ambulanze 118 che si trovassero a trasportare pazienti in codice Bianco o Verde, possano scaricare tali pazienti al CAU». Questi ultimi sono poi definiti: «un “Fast Food” del servizio sanitario, in una logica che tende ad impostare, proporre e banalizzare percorsi e rimedi rispetto a problemi di salute che a dispetto di una apparente banalità sintomatologica nell’insorgenza potrebbero in realtà risultare complessi e finire per essere tradotti e risultare concretamente devianti rispetto alla stessa domanda – e conseguentemente – alla stessa risposta in termini di efficacia di intervento e cura».

Ravenna in Comune concorda pienamente con SNAMI quando sostiene che «l’unico progetto di riordino credibile sia il rispetto dei rapporti ottimali dell’emergenza territoriale e dell’attività di continuità assistenziale di 1 punto erogativo 118 medicalizzato e continuità assistenziale h24 ogni 60.000 abitanti per 350km quadri di territorio regionale al netto dei doverosi correttivi oro geografici per garantire una vera risposta territoriale e non strutture surrettizie di pronto soccorso bonsai». Concordiamo anche con Nursing Up sul problema rappresentato che il personale sanitario trova più attraente il lavoro nel privato che nel pubblico: quando mai si era vista una inversione del genere! Ribadiamo per l’ennesima volta che deve cessare il drenaggio di risorse da parte dei servizi privati convenzionati, perché nella sanità (e non solo) il privato è il problema, non la soluzione! Così come ribadiamo la nostra totale solidarietà e ringraziamento alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità.”