“Il 23 aprile scorso si è svolto l’incontro tra le organizzazioni sindacali e l’ufficio scolastico territoriale di Ravenna per discutere degli organici docenti della provincia di Ravenna, relativamente all’anno scolastico 2025/26. “Siamo molto preoccupati – commenta la segretaria generale provinciale della Flc Cgil Francesca Lo Iacono -. I numeri che ci hanno consegnato da via di Roma mostrano chiaramente la ricaduta di quanto previsto in legge di Bilancio 2025, relativamente al taglio di 5.660 posti in tutto il Paese. Nella nostra provincia saranno 26 le unità che verranno tagliate rispetto allo scorso anno scolastico. A questo dato se ne aggiunge un altro, il calo dell’1,95% degli alunni rispetto allo scorso anno”.

Nel complesso si registra un’attribuzione di posti in organico di diritto così distribuita: per i posti comuni 3.480 unità e per il potenziamento 268. Inoltre, vengono istituiti 2 posti per la classe di concorso A023 ovvero l’insegnamento della lingua italiana per discenti di lingua straniera che sono compresi nel totale posti di potenziamento.

Per quanto riguarda i posti di sostegno la situazione mostra forti criticità. C’è un aumento degli alunni e delle alunne con disabilità nei diversi ordini e gradi di scuola rispetto allo scorso anno scolastico: 119 alunne e alunni in più (sono in tutto 2.279 circa). Nel nostro territorio ci si ritrova un totale di 745 posti, comprensivi dei 42 posti assegnati al potenziamento. Difatti, il numero delle unità di organico di diritto conferito alla provincia non è sufficiente a coprire il numero totale delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi con disabilità. Per tali ragioni il rapporto tra docenti e alunni va da 1/3,35 della scuola dell’infanzia, a 1/1,29 per la scuola secondaria di secondo grado.

Ancora una volta affrontiamo da un lato un inevitabile calo demografico e dall’altro a tagli lineari che portano ad un organico insufficiente, che in maniera prepotente e pericolosa, aumenta il numero degli alunni all’interno delle classi, limitando di fatto un adeguato diritto allo studio. Serve un cambio di rotta da parte delle forze politiche perché la scuola non venga considerata un’inutile spesa ma una risorsa per il futuro del nostro Paese. È necessario investire sull’istruzione pubblica e sulle risorse umane. È questo che chiediamo e sollecitiamo: un decisivo cambio di rotta.”