“Prenotazioni di visite specialistiche al CUP dell’AUSL Romagna. Un caso emblematico. Una signora di 77 anni, sorda, invalida al 100 per cento, mobile solo col deambulatore, ha dovuto acquistare nuovi apparecchi per l’udito del costo di 4.000 euro, che pesano sensibilmente sul proprio reddito da pensione. Per richiedere un contributo economico, necessita di un esame audiometrico e, in successione, di una visita otorino di valutazione protesica, che devono essere obbligatoriamente certificati dalla sanità pubblica” afferma Gianfranco Spadoni, vice-presidente di Lista per Ravenna delegato alla sanità. 

“A maggio ne effettua le prenotazioni tramite il CUP, che gliele fissa rispettivamente per l’8 e il 9 luglio. A giugno, l’esame audiometrico viene spostato all’8 settembre 2020 e la visita otorino al 18 febbraio 2021, con l’avviso che in entrambi i casi avrebbe ricevuto “una telefonata per conferma appuntamento e sede”. Brutta notizia. Si accorge però, dalle istruzioni ricevute per la visita otorino, che “è necessario eseguire preventivamente gli esami di audiometria non oltre i 3 mesi antecedenti la visita”. Chiede perciò che la visita otorino le sia opportunamente anticipata, anche da uno specialista convenzionato. Non si può. È costretta dunque a farsi spostare in avanti l’esame audiometrico, concesso per il 1° febbraio” continua Spadoni. 

“Questo caso è tutt’altro che isolato. L’ospedale di Ravenna viaggia con tempi prevalentemente spostati al 2021. Per talune branche, il CUP propone soluzioni alternative (es. Domus Nova, ospedali di Cervia, Faenza, Castelbolognese, Riolo Terme, centri privati convenzionati), non sempre sostenibili dagli utenti. Per altre niente. Manca soprattutto un quadro generale dei tempi di attesa, aggiornabile con una certa frequenza (ad esempio bisettimanale), entro cui i pazienti possano almeno orientarsi ed essere orientati con chiarezza dal CUP. Il malessere per le troppo lunghe attese, aggravato da informazioni carenti o contraddittorie, è largamente diffuso, raccolto spesso da Lista per Ravenna. Chiediamo al sindaco, quale presidente della Conferenza socio-sanitaria dell’AUSL Romagna, se ritiene di chiederne ragione, nonché sollecitandone il rimedio, alla Direzione aziendale” conclude Gianfranco Spadoni.