Il progetto di Eni di realizzare un mega deposito di CO2 a largo di Ravenna meglio conosciuto come CCS (cattura e stoccaggio di CO2) candidato dall’Eni al Fondo Europeo per l’Innovazione è stato  scartato dalla Commissione, non rientrando tra i 7 progetti aggiudicatari e neppure tra i 15 che riceveranno assistenza dalla Banca Europea per gli Investimenti.

Nell’ultima campagna elettorale per le comunali avevamo affermato con forza e costanza il nostro NO deciso a questo progetto di Eni che voleva prelevare dall’atmosfera ben 50 milioni di tonnellate l’anno di anidride carbonica (al 2050), per poi stoccarle nel sottosuolo o nel fondale marino riutilizzando i giacimenti esausti dall’estrazione del metano.

E’ l’ennesima conferma alle nostre posizioni.

Lo stessa cosa è successa quando Arpae (Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna) chiese al ministero di abbassare il limite di subsidenza dopo il quale scatta il divieto di qualsiasi attività mineraria ( leggi fine estrazioni di gas metano nella zona che va da Lido Adriano fino alla bocca del torrente Bevano).

Ma a Ravenna si fanno orecchie da mercante , non sia mai detto che si vada contro gli interessi e i voleri di ENI .

E per la nostra Giunta questi sono ben più importanti della salvaguardia dell’ambiente.

Visione del futuro sostenibile zero, solo greenwashing a profusione.

Ribadiamo la nostra idea, la transizione ecologica immediata è l’unica opzione percorribile come visione del futuro utilizzando  i fondi del PNRR che devono andare UNICAMENTE verso lo sviluppo e l’attuazione immediata  di produzione energetica solo da fonti alternative al fossile.