La nostra denuncia dell’11 febbraio non è servita: come facilmente prevedibile la Berkan B, cargo turco che giace spezzato in due da ottobre 2017 nel canale dei Piomboni senza che nessuno abbia mosso un dito per fermare il disastro ambientale in corso, si è definitivamente spezzata ieri mattina. La prua è sparita alla vista, la poppa sta continuando a imbarcare acqua e a diffondere carburante nella pialassa Piomboni. “Un grammo di questa roba uccide 70 litri di acqua”, ha esclamato un addetto arrabbiatissimo.

La Secomar sta tentando di contenere con le panne lo sversamento, ma fino a quanto potrà durare la situazione di emergenza, anche al variare delle condizioni meteomarine e della maree? Le cisterne di carburante e i motori sono infatti ancora luridi di carburante e continueranno per sempre a rilasciare inquinanti. Le condizioni per la rimozione di un relitto, quasi totalmente affondato e in quelle condizioni, ora si sono fatte proibitive. Lo spezzone di nave è inclinato verso il centro del canale e rischia di ribaltarsi, con gravissimo danno per la sicurezza della navigazione. Tutta la poppa è ricoperta di carburante: immaginiamo cosa succederà all’avifauna della Pialassa, anche rara e protetta, se dovesse entrarne in contatto, o alla fauna ittica. L’odore di nafta ieri era impressionante.

Nel frattempo, nessuno agisce e nessuno pagherà per questo? Il presidente di Autorità Portuale, durante la commissione dedicata all’interramento della Pialassa di due giorni fa, ha respinto con veemenza qualsiasi responsabilità, dichiarando: “E’ un problema di competenza e responsabilità della Capitaneria di Porto di Ravenna”, testuali parole. Risulta però che lui in persona abbia firmato una delibera in agosto dove, riconoscendo il grave pericolo imminente, abbia deciso di spendere quasi 40 mila euro di nostri soldi per affidare ad un tecnico esterno i lavori di bonifica, a quel che risulta mai effettuata, se non in urgenza e per quel che si è potuto, il giorno dopo la nostra denuncia. In pratica ha deliberato e speso denari pubblici per una faccenda di cui non aveva nessuna competenza e responsabilità?

Il sindaco, responsabile della salute pubblica e membro del comitato esecutivo del Parco del Delta del Po a cui la pialassa appartiene nella parte est, non ha proferito parola, l’assessore all’ambiente ed il Parco del Delta ovviamente nemmeno; ARPAE e AUSL nel frattempo cosa fanno?

Attendiamo risposta dai tanti enti a cui abbiamo inviato la denuncia, e aspettiamo quello che dirà la Regione, presso cui i consiglieri del M5S Andrea Bertani e Raffaella Sensoli, hanno prontamente depositato nelle scorse settimane un’interrogazione. Non è possibile assistere impunemente a questo disastro intollerabile contro il nostro ambiente, la nostra salute e il nostro porto.

MeetUp A Riveder le stelle Ravenna