“Dopo sarà un’altra cosa. Io sono vecchia, e non ho più nessuno. Ma voialtri tornerete a casa vostra. Potrete dirlo, quello che avete patito, e allora tutti ci penseranno prima di farne un’altra, di guerra.”
In occasione delle celebrazioni per l’80° anniversario della Liberazione, Anpi, l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e provincia, l’Associazione Ca’ di Malanca e il cineclub Il Raggio Verde hanno organizzato una serata speciale, ad ingresso gratuito, all’Arena Borghesi di viale Stradone. Giovedì 17 luglio è in programma la proiezione del film L’Agnese va a morire, pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Renata Viganò, uscita in sala al cinema nel 1976 per la regia di Giuliano Montaldo, uno dei registi più politicamente impegnati durante gli anni più importanti della cinematografia italiana. La proiezione inizierà alle 21.30.
Il romanzo, tradotto in 14 lingue, e il film raccontano la Seconda Guerra Mondiale e la Resistenza nelle zone a noi vicine del ferrarese. Agnese è una donna di mezza età, che lavora duramente per mantenere sé stessa e il marito invalido. Un giorno l’uomo, politicamente molto attivo, viene deportato dalle truppe tedesche e muore in un campo di concentramento. Rimasta sola, Agnese inizia ad intrecciare rapporti sempre più stretti con i compagni del marito, fino ad entrare nella Resistenza e ad assumere un ruolo sempre più attivo.
“La storia prende vita dalle esperienze personali dell’autrice durante l’ultimo anno della Seconda guerra mondiale, raccontando con forza e sensibilità le vicende di tante donne coraggiose della pianura ravennate e ferrarese.
Il film ci porta dentro un’epoca difficile, fatta di resistenza, paura, scelte dolorose ma anche di enorme dignità, che ci restituisce il volto vero di chi ha combattuto in silenzio, spesso senza riconoscimenti”.
Nel film, la protagonista è interpretata da Ingrid Thulin, una delle più importanti attrici svedesi del Novecento, una lunga collaborazione con Ingmar Bergman, una grande carriera internazionale e tanti film realizzati anche in Italia, dove venne diretta da Luchino Visconti, Marco Ferreri, Mauro Bolognini e appunto Giuliano Montaldo. Al suo fianco, sul set, Michele Placido, Stefano Satta Flores, Ninetto Davoli, Aurore Clément, Johnny Dorelli, Eleonora Giorgi, nel momento chiave di svolta della sua carriera, e Rosalino Cellamare, il cantante Ron, in una delle sue poche apparizioni sul grande schermo.
“Agnese non è solo una protagonista: è il simbolo di tante donne che hanno lottato contro l’oppressione e l’ingiustizia. Senza la forza della narrazione, le loro vite sarebbero forse svanite nel tempo. Invece, grazie al racconto di queste vicende, continuano a ispirarci e a ricordarci da dove veniamo. L’Agnese va a morire non è solo un film: è una testimonianza viva, una storia di coraggio e libertà”.
Il film si avvale della sceneggiatura di Nicola Badalucco (La caduta degli dei, La tenda rossa, Morte a Venezia) e della colonna sonora di Ennio Morricone. Oltre ad essere un racconto che ricostruisce l’importante ruolo della Resistenza, e delle donne della Resistenza, L’Agnese va a morire è un importante ritratto della guerra e delle sue conseguenze. Nessuna glorificazione, ma un racconto della fatica, della violenza, della paura e delle privazioni sopportate dalla popolazione durante l’occupazione tedesca.


























































