Pubblichiamo una lettera di Barbara Bellinelli
“La Ravenna che verrà... che città sarà, quale gradino di inclusione vorrà rappresentare?

Sì, sì proprio GRADINO.

La città sarà accessibile a tutti, saranno eliminate le barriere che impediscono la libera circolazione delle persone?

Non sto pensando a quelle più evidenti, manifeste, grandi, ma anche l’assenza di scivoli nei marciapiedi è una barriera per chi ha problemi a spostarsi.

Non importa che la disabilità sia temporanea o permanente, anziana o giovane, ciascuno di noi deve poter entrare in una attività commerciale, in un luogo di culto, un museo, e muoversi per le strade cittadine senza dover percorrere altra strada in più (con un bastone, stampelle o carrozzina anche poca strada diventa un’impresa) per arrivare a superare,appunto, un gradino.

Ci avete mai fatto caso a quanti luoghi non siano a norma di legge? È vero che la legge si affida a un generico ‘accessibilità’ che tutto e niente definisce, ma l’art. 3 della Costituzione riconosce tra i Principi Fondamentali che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale” e che è “compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.

È giusto che, chi ha disabilità, debba aspettare FUORI…non subisce già abbastanza mortificazioni nel suo quotidiano, da sentirsi UN FUORI?

Se si volesse accendere i toni della questione, si potrebbe anche osservare che ai cani è consentito di entrare, ovunque, dato che non possono aspettare fuori perché ne risentirebbero, loro…ma un disabile, può stare fuori e non spendere neanche quel minimo di autonomia nelle compere, nella scelta intendo, nel vedere le cose che alimenta curiosità e nell’incontro con l’altro, vero balsamo per l’anima.

Non potrebbero essere tolte le barriere e consentire autonomia e sicurezza a ciascun cittadino?

A Bologna esiste un movimento culturale dal nome assai suggestivo:

La skarrozzata.

Tra i suoi compiti quello di far provare sulla propria pelle, e non è una metafora, agli assessori e al sindaco, una giornata su una carrozzina, in giro per la loro città…solo indossando per tre lune i mocassini di un altro (o la sua carrozzina) potrai capirlo.

Ho sentito definire anti-estetica una rampa, che avrebbe limitato il dislivello di ingresso a una cattedrale, davvero il Bello è isolare ed evidenziare ancora di più le differenze? Credevo che il Bello fosse comprensivo, includesse, un po’ come fa l’amore che è moltiplicativo.

Ecco quindi la domanda ai candidati sindaco –  tutti perché i gradini non sono di sinistra o di destra, ma stanno ovunque e ahimè anche al centro – avete in mente rampe per superare le pendenze, percorsi in piano, scivoli per marciapiedi, riduzione delle barriere che si trovano sul percorso di chi ha una mobilità limitata? Avete un programma concreto per non lasciare escluse queste persone da servizi, prestazioni e opportunità?

Si stima che 87 milioni di persone, quasi 1 su 6, nell’Unione Europea viva con una forma di disabilità….La Ravenna che verrà si spera non sia un capitolo de Le città (degli) invisibili.”

Barbara Bellinelli