Bilancio di fine anno negativo per Italia Nostra a Ravenna: “Il Sindaco del “Sì” a tutto traghetta da Ravenna alla presidenza della Regione e si conclude un anno molto preoccupante per l’ambiente, con prospettive ancor più nere ora su scala regionale. Sì a tutto e risposte sempre convincenti, quelle del Sindaco uscente: dalle città più sicure grazie alla guerra ai pini domestici, alla lotta al cambiamento climatico e alla sicurezza idraulica mediante lo sterminio delle nutrie, alle “forestazioni” compensative green (rinsecchite o mai fatte), ai cosiddetti “Parchi” sbandierati, declinati in tutte le salse (“marittimo”, eolico, fotovoltaici, ecc.) e sparsi ovunque si tratti di manomettere, spendere e cementificare, ora anche il mare con la diga da un chilometro per l’attracco della (o delle) nave rigassificatrice. Cartoline e brochure “verdi” dalla Città del Metano, che si appresta a consolidare il suo ruolo di baricentro delle energie fossili del Mediterraneo, a seguito del “ribaltone” Russia-USA”.

Di conseguenza, Ravenna diventa per Italia Nostra anche il “luogo privilegiato di smaltimento di ciò che deriva da un uso così spregiudicato del territorio e del mare. Il tutto in un contesto già saturo di industrie e di urbanizzazione massiccia, reso fragilissimo da molti fattori, tra tutti subsidenza, ingressione marina, dissesto idrogeologico, innalzamento dei mari, qualità dell’aria tra le peggiori d’Italia. Insomma, un posto dove fare buoni affari senza molti ostacoli, e dove i cittadini, forse memori di una tradizione che guarda più alla rendita che al resto ed abituati alla fedeltà verso chi governa, plaudono e votano senza batter ciglio”.

Il bilancio non può che essere quindi molto amaro: “Più che qualche osservazione e articolo non è stato possibile fare, per la complessità del tema ma, soprattutto, per l’inaffrontabilità di una causa legale, per la quale, pure, ci eravamo informati. Ringraziamo coloro che hanno comunque provato a fare informazione e segnalazioni sull’argomento. Quali saranno gli impatti su pesca, turismo, qualità dell’aria e sulla Zona di Tutela Biologica che è stata invece concessa per lo smaltimento in mare dei prodotti della clorazione e per la realizzazione dell’attracco della FRSU a ciclo aperto (più vantaggioso dal punto di vista economico per chi investe), lo vedremo nei prossimi anni. Senza contare che Ravenna si candida a diventare un bersaglio privilegiato per attività belliche. Aggiungiamo pure un nuovo rigassificatore a terra, presso il deposito di GNL a Porto Corsini, a poche centinaia di metri da una scuola, eufemisticamente chiamato “vaporizzatore”. Alle nostre modeste forze, e a quelle di numerosi gruppi di cittadini senza più riferimenti politici se non rarissime eccezioni, è stato concesso di occuparci di poco altro, come ad esempio di una delle opere che potremmo ritenere di “distrazione” dal realizzando impianto di rigassificazione prospiciente: il “Parco Marittimo”. Un progetto che ha visto sotterrare 3000 tonnellate di macerie edili in zona di Demanio marittimo e di Riserva Naturale nel primo e secondo stralcio, utilizzare legno proveniente dalle foreste dell’Amazzonia per il tavolato di calpestio delle passerelle ciclabili, e che ora è pronto per devastare mezzo chilometro di duna Riserva Naturale, contro il parere dei Carabinieri Forestali, e per tagliare 50 pini sani di oltre 50 anni a Lido di Savio”.

Anche i prossimi abbattimenti degli storici capanni balneari possono essere letti in un’ottica di “riordino” della costa concomitante con il Parco secondo l’associazione.

“Di certo, tra le poche iniziative andate a buon fine, per ora ci sono solo le raccolte rifiuti, con centinaia di sacchi di materiali prevalentemente plastici spiaggiati da mareggiate ed alluvioni, raccolti insieme ai volontari e a numerose associazioni della Rete “Salviamo il fratino della costa ravennate e cervese”, che hanno operato sulla spiaggia e tra gli stradelli ormai in molti punti inagibili per gli allagamenti costanti, nella Riserva Naturale tra le più preziose dell’Adriatico, quella di foce Bevano. Forse solo di questo e poco altro possono occuparsi i cittadini che hanno a cuore l’ambiente, il paesaggio e il territorio a Ravenna”.