“La vera notizia della seduta del consiglio comunale di ieri è la spaccatura nella maggioranza.
L’ordine del giorno presentato da PD, AVS e M5S su “L’impegno degli enti territoriali per la Palestina” non ha ottenuto il sostegno di Progetto Ravenna (Azione, Italia Viva, PSI, +Europa), del PRI e di Ama Ravenna, i cui rappresentanti hanno tolto il tesserino prima del voto.
Un dissenso netto, legato non a sfumature ma alla sostanza del documento, che includeva anche la richiesta di sostegno a Francesca Albanese. Una figura che, per le sue dichiarazioni pubbliche, ha suscitato forti e motivate perplessità…dal “monito alla stampa” dopo l’assalto a una redazione giornalistica, alla pubblica correzione di un sindaco che condannava Hamas.
Il punto non è parlare di pace, né negare l’assistenza sanitaria o l’accoglienza umanitaria ai civili, che il Governo italiano sta già garantendo. Il problema è utilizzare il conflitto mediorientale per forzare prese di posizione simboliche e strumentali all’interno di un consiglio comunale che ha e deve avere ben altri scopi, suscitando tensioni che nulla hanno a che vedere con Ravenna, al contempo non possiamo accettare lezioni di moralità o accettare di essere accusati di mancanza di rispetto o coscienza, o sono forse accusati di questo anche i rappresentanti di Progetto Ravenna, PRI e Ama Ravenna ?.
Un ordine del giorno di questo tipo non produce effetti concreti e (come ben testimoniato dalle forze politiche di opposizione che si sono astenute) rischia solo di trasformare l’aula in un palcoscenico ideologico, un gioco a cui chi ha deciso di fare politica in modo serio e responsabile come non di Fratelli d’Italia non intende piegarsi.
Ravenna ha bisogno di equilibrio, serietà e responsabilità istituzionale, non di atti identitari privi di reale utilità.”
Nicola Grandi
Consigliere comunale di Fratelli d’Italia, capogruppo

























































