“A 5 mesi dall’alluvione, si riaccendono i mai sopiti appetiti degli immobiliaristi” l’accusa è di Faenza Eco-logica, dopo le ultime notizie rilanciate dalla stampa.
“Il PUG non è stato ancora presentato, e grazie alle nuove proroghe concesse dalla Regione, ci si affretta a rilasciare “permessi a costruire” e approvare accordi operativi.”
In queste settimane la giunta dell’Unione della Romagna Faentina ha infatti approvato due piani operativi per nuove cementificazioni, una a Biancanigo (Castel Bolognese) in area alluvionata, e una a Faenza, in via S.Orsola.
“Sono nuove cementificazioni figlie delle scellerate “Manifestazioni di interesse” (ex art. 4 della L.R. n.24/2017), approvate dalla Unione Romagna Faentina e dai rispettivi consigli comunali a febbaio 2020. Eppure non sono lottizzazioni inarrestabili, si possono fermare, i consigli comunali dei rispettivi comuni sono sovrani e possono decidere di rigettare l’accordo operativo” spiega Faenza Eco-logica.
“Si parla di “interesse pubblico” per giustificare queste opere, ma ormai è risaputo che il nuovo cemento non è mai a favore dell’interesse pubblico, soprattutto dovremmo saperlo dopo l’alluvione disastrosa che ci ha colpito. Per mesi siamo stati sotto i riflettori di tv e media nazionali, che sottolineavano che in queste terre si costruisce troppo, con i droni che mostravano le folli lottizzazioni. Per tutta risposta, cementifichiamo ancora?
Il suolo è una immensa spugna di acqua e CO2 ha importanti funzioni ecosistemiche, ogni nuova casa e colata di cemento implica una distruzione di questa funzione, riduzione dell’assorbimento di acqua e CO2, e aumento del rischio per tutti. Non c’è nessun interesse pubblico a cementificare, ce lo dice l’ISPRA, ce lo dice la scienza.
A Biancanigo la lottizzazione è progettata proprio in una zona che si è già allagata, e per assurdo i proponenti ammettono che “non possono prendere in considerazione la rottura degli argini per carenza di manutenzione degli alvei fluviali o mancata operatività dei bacini di espansione”. Nessuna opera ingegneristica garantirà l’assoluta sicurezza di case costruite vicino al fiume, disboscare non servirà a rendere gli argini più sicuri ma solo a renderli più soggetti all’ erosione, le casse di espansione (poche e non collegate) sono davvero una urgenza, ma se si continua a costruire, il rischio potenziale aumenta e neppure le casse di espansione basteranno. Dovrebbe essere tassativamente vietato continuare a costruire in zone alluvionate!
La lottizzazione S.Orsola a Faenza, non si trova in una zona alluvionata, ma è ugualmente assurdo costruire, perché l’acqua che non sarà assorbita dal suolo cementificato, finirà ad ingrossare fossi e canali. Qual è l’interesse pubblico? La popolazione non cresce ma diminuisce, a chi andranno queste case? Si costruiscono 13 ville singole nella prima periferia aumentando lo sprawl urbano, per il solo interesse di una pochi benestanti.
La pista ciclopedonale che i proponenti, (proprietari del campo da golf) promettono come compensazione, è sì di interesse pubblico ma non può essere considerata una moneta di scambio.
Ricordiamo che il Comune di Faenza ha approvato nel 2021 il PUMS dove era prevista già questa pista ciclopedonale e grazie al PUMS il Comune può chiedere finanziamenti pubblici per realizzare le ciclabili previste.
Insomma, non ha bisogno di svendere il suolo!”
Il PUMS però è fermo, un immobilismo criticato da tempo da Faenza Eco-logica. “Ci sembra quindi che al comune non interessi migliorare la mobilità sostenibile ma con l’approvazione di questo accordo operativo voglia unicamente accondiscendere agli appetiti immobiliari di ricchi proprietari terrieri”.
A Faenza tra l’altro, è pendente anche un altro accordo operativo, ad oggi fermo, che incombe sulla Ghilana, zona vicino al fiume Lamone, con nuove villette da costruire in zona alluvionata.
“Per finire la carrellata, è stato appena rilasciato l’ennesimo “permesso di costruire” alla ditta Gruppo Ritmo in zona Fornarina, via Romagnoli, zona sempre più cementificata.
Ricordiamo però che da anni e anni in via Romolo Cani-Palazzo Vecchio c’è un luogo degradato, un cantiere del Gruppo Ritmo recintato cementificato e lasciato a metà. Perché prima di concedere ulteriori permessi a costruire, il Comune non chiede agli immobiliaristi di terminare i lavori iniziati o de-sigillare il suolo se il cantiere non può andare avanti?
Chiediamo quindi ai consiglieri comunali dei rispettivi comuni, (Faenza e Castel Bolognese) di rigettare i due accordi operativi (Biancanigo e S.Orsola).
Il suolo non è un bancomat e cementificarlo non è di nessun interesse pubblico, ogni nuova cementificazione è un insulto agli alluvionati ed è un’ipoteca sulle nuove generazioni che soffriranno sempre più degli effetti della crisi climatica.”