Esperimento riuscito al Liceo artistico “Nervi Severini”, nell’ambito del progetto di prevenzione e contrasto del cyberbullismo. Sabato 9 marzo, nel corso dell’incontro in aula magna, è stato usato un nuovo approccio con i ragazzi per spiegare loro cos’è il cyberbullismo e quali conseguenze possono scaturire da comportamenti devianti sul web 2.0. Gli esperti intervenuti, infatti, hanno coinvolto attivamente gli studenti in una interessante lezione partecipata che ha visto i ragazzi direttamente protagonisti.

La dott.ssa Cristina d’Aniello, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna, ha dialogato con gli studenti, spiegando con un linguaggio semplice e chiaro gli articoli del Codice penale che si occupano di atti persecutori, di diffamazione, di interferenze illecite nella vita privata, di pornografia minorile e di accesso abusivo al sistema informatico. La metodologia didattica utilizzata per approcciare gli studenti è stata innovativa per questo tipo di argomenti: il magistrato ha creato situazioni-tipo in cui i ragazzi sono stati protagonisti, lasciando spazio alle loro riflessioni e al loro modo di percepire i temi proposti, per poi spiegare ciò che la legge prescrive e punisce, in modo da far apprendere e interiorizzare ai ragazzi le norme astratte prescritte dal Codice penale.

Analoga strategia attiva è stata usata dalla psicoterapeuta Francesca Siboni, che ha interagito con i ragazzi per approfondire le tematiche del complesso rapporto tra genitori e figli con l’individuazione delle figure di genitori ideali, della buona tecnologia, del bisogno di cooperazione e di aiuto reciproco nonché dell’istinto di differenziazione e di competizione.

Gli studenti si sono mostrati entusiasti al termine dell’incontro. Una studentessa della classe I C ha riferito che “molto spesso si sente parlare di cyberbullismo, ma mai si arriva a capire così a fondo cosa sia, né si arriva a comprendere in modo così chiaro le conseguenze di un’azione che per noi può essere banale” … “poi abbiamo affrontato con la psicoterapeuta il delicato rapporto con i nostri genitori e il fatto che ci dobbiamo poter fidare di loro; invece noi pensiamo sempre che è impossibile parlare con i nostri genitori di cose di cui ci vergogniamo”.

Un altro studente ha riferito che “l’incontro è stato molto interessante perché abbiamo letto noi stessi gli articoli del Codice e poi il giudice ha spiegato, facendoci capire con esempi, quello che dice la legge”. E ancora “quando il giudice ha detto che uno scherzo fatto ad un compagno e poi pubblicato su Facebook ci diverte ma poi ha sottolineato che, se si è coinvolti direttamente, lo stesso scherzo ci può ferire e tormentare, lì ho capito che si può fare del male agli altri e non accorgersene e che è importante non chiudere gli occhi davanti alla sofferenza altrui”…  “poi mi ha colpito molto una cosa che è stata detta, su cui non avevo mai riflettuto, e cioè che le foto che pubblichiamo sul web non sono più nostre ma diventano di tutti”.

All’incontro hanno partecipato anche l’editore di ravenna24ore.it, Carlo Serafini e il Presidente dell’Associazione “Cuore e territorio”, Giovanni Morgese, promotori dell’iniziativa insieme alla referente per il cyberbullismo del Liceo artistico, prof.ssa Daniela Martino. A conclusione degli interventi degli esperti, è stato poi proiettato il cortometraggio sul cyberbullismo “Spegni il cellulare, Accendi il cuore” prodotto dalla stessa associazione congiuntamente a ravenna24ore.it e diretto dal regista Gerardo Lamattina. Tra gli studenti presenti nell’aula magna del Liceo c’era anche una studentessa che è stata una delle protagoniste del cortometraggio, la quale ha spiegato che “l’esperienza è servita per capire più da vicino cosa vuol dire cyberbullismo e per riflettere su tutto quello che c’è dietro a questa problematica”.

L’obiettivo principale dell’iniziativa, dunque, è stato quello di far capire agli studenti che anche all’interno di uno spazio virtuale si muovono e interagiscono persone reali, che vivono emozioni e sentimenti reali, che amano, odiano e soffrono proprio come nella vita reale, e che tutto questo non può e non deve essere ignorato.

Insomma, quello di sabato scorso, è stato un incontro coinvolgente ed efficace, di cui sono molto soddisfatte anche la referente del Liceo e la Dirigente scolastica, che sono convinte dell’utilità di questo percorso didattico per prevenire le varie forme di cyberbullismo, soprattutto tra gli studenti più piccoli, maggiormente esposti alle insidie dei social network.