L’obesità è ormai considerata una patologia multifattoriale, spesso correlata a patologie respiratorie e metaboliche, come il diabete o ancora ad ipertensione arteriosa. La qualità della vita ne risente non solo fisicamente ma anche a livello psicologico.

In Emilia Romagna si stima che vi siano circa 884mila adulti in sovrappeso e 354mila obesi (fonte sito Regione Emilia-Romagna, dati 2020).

Presso San Pier Damiano Hospital di Faenza, Ospedale Polispecialistico accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, è attivo un nuovo centro di Chirurgia Bariatrica, diretto dal dott. Vincenzo Borrelli, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Bariatrica .

“Adottiamo un approccio multidisciplinare per seguire il paziente durante tutto il suo percorso di dimagrimento e cura – spiega il dott. Borrelli –. Fanno parte dell’équipe il chirurgo bariatrico, che individua l’intervento più adatto al singolo paziente, il nutrizionista, che concorre alla rieducazione alimentare, lo psicologo, per un sostegno durante il percorso e per individuare eventuali difficoltà psicologiche nella gestione del cibo, e l’endocrinologo, per la valutazione dell’equilibrio ormonale. L’obiettivo è seguire il paziente prima, durante e dopo l’intervento, per accompagnarlo lungo un percorso di guarigione limitando al minimo le eventuali ricadute”.

Lo stile di vita scorretto, l’alimentazione sregolata e ipercalorica e un ridotto dispendio di energie dovuto ad una maggiore sedentarietà incidono sull’aumento di casi di obesità tra i più giovani: si stima che in Italia vi siano circa oltre 2 milioni tra bambini e adolescenti in sovrappeso (dati ISTAT 2018). Questo ha portato ad un abbassamento dell’età media di chi si sottopone ad un intervento di chirurgia bariatrica, che va dai 25 ai 45 anni. Solitamente, si ricorre alla chirurgia quando le alternative (percorsi nutrizionali, fitoterapici o psicologici) non portano ai risultati di dimagrimento sperati. Presso la struttura di Faenza, in particolare, vengono adottate diverse soluzioni chirurgiche, considerate risolutive nell’80% dei casi di obesità grave.

 Chirurgia bariatrica: interventi d’avanguardia per la cura dell’obesità

Presso San Pier Damiano Hospital vengono adottate tecniche chirurgiche mininvasive e laparoscopiche, possibili anche grazie all’ausilio di tecnologie d’avanguardia come la colonna laparoscopica 4K. Questo tipo di interventi permette una riduzione del tempo di degenza, limitando i rischi di una immobilità prolungata e un recupero post-operatorio più rapido, con una ripresa dell’attività fisica entro quattro settimane dall’intervento.

“Le procedure chirurgiche più praticate sono quelle restrittive, che cioè incidono sulla capacità contenitiva dello stomaco – commenta il dott. Borrelli –. Oggi il più eseguito è la sleeve gastrectomy. Si tratta di un intervento che comporta l’asportazione di parte dello stomaco consentendo al paziente di raggiungere precocemente un senso di sazietà, diminuendo la quantità di cibo assunta”.

Un altro intervento di tipo restrittivo è il bendaggio gastrico: il senso di sazietà precoce in questo caso è dato dall’innesto di un anello in silicone nella parte superiore dello stomaco che riduce il passaggio di cibo.

Vi è inoltre una metodica restrittiva definita anche “ormonale”, denominata bypass gastrico, che si esegue creando una tasca gastrica, che funge da nuovo stomaco, in grado di contenere solo una piccola quantità di cibo.

Vi sono poi ulteriori tipologie d’intervento, che consistono nelle procedure malassorbitive, che riducono cioè l’assorbimento delle calorie ingerite, e miste. Tra queste vi è la diversione bilio-pancreatica, che prevede in primis una diminuzione delle dimensioni dello stomaco e poi la creazione di un condotto intestinale che consente al cibo ingerito di essere assorbito direttamente nell’intestino crasso, la parte finale dell’apparato digerente, permettendo un minor assorbimento.

Un’innovazione nell’approccio alla chirurgia bariatrica arriva anche dal progresso nel campo dell’anestesia:“Da alcuni anni, l’anestesia generale si è “velocizzata” – spiega il dott. Borrelli –. Grazie all’utilizzo di nuove molecole farmaceutiche riusciamo a risvegliare più rapidamente il paziente, consentendogli di ricominciare a camminare e a bere già dopo un’ora dall’intervento chirurgico”.

Il paziente, una volta effettuata l’operazione, continua ad essere seguito e supportato dall’équipe con controlli a cadenza regolare a distanza di un mese, tre e sei mesi e poi una volta all’anno, in modo da scongiurare eventuali recidive dovute a cali di motivazione o ricadute nelle vecchie abitudini alimentari. “Non c’è soddisfazione più grande di vedere i pazienti tornare a sorridere e cominciare una nuova vita, finalmente guariti e rinati”, conclude il dott. Borrelli.

 Valutare il proprio peso corporeo tramite il BMI

L’indice di massa corporea determina la condizione del nostro peso corporeo; si calcola dividendo il peso in chili per l’altezza in metri al quadrato. In base al risultato si distinguono:

  • BMI < 16.49: grave magrezza
  • BMI compreso tra 16.5 e 18.49: sottopeso
  • BMI compreso tra 18.5 e 24.99 normopeso
  • BMI compreso fra 25 e 29.99: sovrappeso
  • BMI compreso fra 30 e 34.99: obesità lieve (di I grado)
  • BMI compreso fra 35 e 39.99: obesità media (di II grado)
  • BMI > 40: obesità grave (di III grado)