Da giovedì 28 a domenica 31 marzo torna a Cotignola la Segavecchia, la più antica festa di paese che giunge ben alla sua 568esima edizione. Sull’onda della svolta del 2018, anche quest’anno per la sfilata protagonisti del carnevale non saranno più i carri, bensì i gruppi mascherati. L’idea, come spiegano i volontari della Pro Loco di Cotignola, “è maturata nell’ambito di una volontà di rinnovamento capace di riscoprire l’identità del nostro paese, dando anche una nuova valenza rionale alla festa, come avveniva in passato”.

Il programma apre i battenti giovedì 28 marzo: alle 10.30 la Segavecchia arriva in piazza accompagnata dai bambini delle scuole elementari e a seguire merenda sotto lo stand per tutti. Alle 14.30 per i bambini, in piazza, spettacolo di animazione e alle 20.30 il rogo della “Vecchina”, sfilata in costumi medievali e giochi in piazza con i rioni.

Spazio agli spettacoli per le serate del 29 e 30 marzo: venerdì sera l’esibizione della band “The Crock’s” e sabato pianobar con Max Corvini.

Grande festa fin dal mattino nella giornata di domenica 31 marzo: alle 11 ci sarà il corteo storico dal piazzale della Pace alla collegiata di Santo Stefano per la celebrazione della santa messa solenne con benedizione degli stemmi rionali. Alle 15 prenderà il via il corso mascherato della vecchia con gruppi di prima visione, accompagnato dalla banda musicale “Città di Sarsina”. Alle 17 ci sarà la premiazione dei gruppi, dopodichè ci sarà la tradizionale lettura della sentenza a cui seguirà il lancio della bambolina e rogo della vecchia. In caso di maltempo, la sfilata sarà rimandata alla domenica successiva.

Ogni sera di festa (la domenica anche a pranzo) sarà attivo lo stand gastronomico “La Ca’ di Mèt”, dove si potranno gustare le specialità locali; disponibili anche menù per celiaci. Alla baracchina piadina, affettati e dolci. Tutte le sere dalle 20 nei pressi del palazzo Sforza è inoltre attivo “E’ Pastrocc”, uno spazio di giovani tra musica, drink e street food.

In piazza Vittorio Emanuele II nei giorni di festa è allestita una pesca di beneficenza a favore delle opere parrocchiali.

Anche quest’anno è ben nutrita la proposta di mostre che accompagnano la Segavecchia. Al chiostro della collegiata di Santo Stefano è allestita la mostra di ceramica, pittura e poesia a cura di artisti del territorio intitolata “Le atmosfere del quotidiano”.

Corso Sforza si anima con due mostre: una pittorica allo studio d’arte “Agnese Scultz”, al civico 28, e una doppia esposizione al civico 27 con la collezione di ferri da stiro del passato di Gian Piero Tanesini e le ceramiche di Marianna Bacchini.

Nella Scuola Arti e mestieri (via Cairoli 6) sono visibili gli arazzi volanti realizzati durante il laboratorio invernale di cucito, stampa e tessitura (giovedì, venerdì e sabato visibili dalle 18 alle 21, domenica dalle 15 alle 19).

A palazzo Sforza sabato 30 marzo alle 17 inaugura “Confronti”, ventiquattresima edizione della mostra pittorica a cura del Collettivo Arte e dell’associazione Scovill. L’esposizione sarà visitabile fino al 14 aprile nei giorni feriali dalle 20.30 alle 22.30, il sabato dalle 15 alle 19 e dalle 20.30 alle 22.30 e nei festivi dalle 10 alle 12, dalle 15 alle 19 e dalle 20.30 alle 22.30.

Infine, in occasione del ventennale della morte del ceramista, pittore e poeta cotignolese Arialdo Magnani, ci sarà l’apertura straordinaria della sua abitazione-museo, situata in via Roma 10.

La casa potrà essere visitata mercoledì 27, giovedì 28 e venerdì 29 marzo dalle 20 alle 22, sabato 30 marzo dalle 18 alle 21 e domenica 31 marzo dalle 15 alle 18.

Giovedì 28 marzo alle 18 sarà inoltre inaugurato un allestimento permanente con i quadri dell’artista nel palazzo municipale, anch’esso visitabile durante la Segavecchia giovedì dalle 18 alle 22, venerdì dalle 20 alle 22, sabato dalle 18 alle 22, domenica dalle 15 alle 18.

La festa della Segavecchia è legata al dominio degli Sforza, famiglia che da questo piccolo paese della bassa Romagna parte e si ramifica grazie al capostipite Muzio Attendolo Sforza, condottiero il cui figlio illegittimo Francesco sarà duca di Milano. La leggenda da cui trae origine questa festa, una sorta di favola nera, vede proprio Francesco Sforza colpito da una grave malattia contro la quale risulta vana ogni cura, fino al giorno in cui si scopre che l’origine del male è da addebitarsi a un malocchio architettato ai suoi danni da una vecchia in odore di stregoneria. Scoperto il fatto, la povera vecchia, come del resto succedeva non raramente, fu condotta davanti al capitano del paese che la condannò alla pena capitale, decapitazione e rogo. Per festeggiare lo scampato pericolo, il capitano, ordinò celebrazioni giubilanti nei territori da lui governati.

Oggi questa festa, denominata per l’appunto Segavecchia, sorta di carnevale ritardato che si colloca circa a metà quaresima, ripete in forma allegorica quella lontana esecuzione capitale, assumendo però un significato diverso: la vecchia infatti rappresenta le brutture stagionali o di altra natura che ci affliggono, e la sua morte coincide perciò con una sorta di liberazione e speranza in un domani migliore, congiungendosi così a riti ancora più antichi che celebrano la fine dell’inverno.