Nelle sedute parlamentari del 1 e 2 settembre alcuni parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione, avevano presentato emendamenti a sostegno dei lavoratori, ma la fiducia posta al decreto da parte del Governo, ha fatto sì che questi emendamenti venissero cancellati.

“Le Istituzioni – avverte Marinelli – non possono dimenticarsi in un momento così delicato a livello epidemiologico dei “lavoratori fragili”, che già tutti i giorni devono affrontare le difficoltà dovute alle loro condizioni di salute e ai quali dobbiamo garantire il massimo della sicurezza e tutela”.

Nei mesi del picco dell’epidemia il Governo, anche sollecitato dalle parti sociali, aveva previsto nel Decreto “Cura Italia” articolo 26 comma 2, delle tutele peri “lavoratori fragili”. Tali provvedimenti sono stati poi prorogati fino al 31 luglio dall’articolo 74 del Decreto “Rilancio”, mentre nel Decreto di agosto nulla è stato previsto. Quindi dal 1 agosto i lavoratori che hanno una grave patologia e che non possono rientrare in servizio perché è ancora troppo alta la possibilità di contagio, sono a casa utilizzando le proprie ferie o in malattia con certificato medico, oppure sono costretti a rientrare al lavoro, con il rischio di contrarre il virus e aggravare la loro già difficile condizione di salute.

LAVORATORI FRAGILI
I “lavoratori fragili” definiti nelDecreto sono quei lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge n. 104, oppure in possesso di certificazione rilasciata dagli organi competenti medico-legali, attestante una condizione di rischio derivante da immuno depressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ai sensi dell’articolo 3, comma 1, della medesima legge n. 104.

TUTELE PREVISTE NEL DECRETO CURA ITALIA
L’articolo 26 comma 2 del Decreto “Cura Italia” prevedeva, per i lavoratori dipendenti pubblici e privati in possesso del riconoscimento di disabilità, che il periodo di assenza dal servizio previsto per ridurre il rischio di contrazione del virus, prescritto dalle competenti autorità sanitarie o dal medico di assistenza primaria che ha in carico il paziente, fosse equiparato al ricovero ospedaliero, quindi non 2 computato nei 180 giorni comporto, ovvero il periodo di malattia finito il quale si può procedere al licenziamento del lavoratore. Tali tutele sono state prorogate nel successivo Decreto “Rilancio”, fino al 31 luglio 2020. Nel Decreto del mese di agosto non vi è alcun riferimento all’articolo 26, quindi ad oggi non è prevista alcuna tutela a sostegno di questi lavoratori che devono quindi rientrare in servizio oppure restare a casa ma utilizzando ferie o malattia tramite certificato medico.

“Nel settore privato e in quello pubblico ci sono molti lavoratori fragili – ricorda il Segretario della Cisl Romagna – che stanno vivendo una situazione molto delicata. Rischiamo che molti lavoratori con disabilità non vengano collocati in servizio per evitare un peggioramento della loro condizione di salute. Senza ulteriori previsioni legislative a loro tutela, questi lavoratori dovranno utilizzare ferie e malattia, al termine dei quali resteranno a casa senza retribuzione”.

“Vediamo proprio in questi giorni l’aumentare dei casi di positività – conclude il segretario della CISL Romagna Marinelli – e non dobbiamo quindi abbassare la guardia. Soprattutto non possiamo permetterci di mettere a rischio proprio le persone già penalizzate dal loro stato di salute, o di lasciarli senza alcun sostegno economico. Chiediamo quindi al Governo di risolvere quanto prima la questione e ripristinare le tutele a favore dei lavoratori fragili previste nei precedenti Decreti”.