<<Notizie di stampa pubblicate tra il 28 agosto e il 2 settembre convergono nell’annunciare che la Regione, tramite l’assessore alle Infrastrutture Andrea Corsini, richiede ai sindaci di Ravenna e Forlì di esprimere entro questo mese di settembre una scelta tra le tre proposte di cosiddetta “Nuova Ravegnana” tra le due città, formulate dall’ANAS per conto della Regione stessa: adeguamento e riqualificazione dell’attuale tracciato (77 milioni), nuova strada parallela ad esso sulle campagne di Ravenna e Forlì (133 milioni), nuova strada tra la E45 e Forlì sul fronte opposto del fiume Ronco (195 milioni).

I due sindaci si sono impegnati a dare questa risposta fidando in una condivisione, sicuramente apprezzabile.

IL REGIME DEMOCRATICO

A tutt’oggi però, non c’è traccia che quello di Ravenna (PD) non intenda decidere da solo, quasi ne fosse lo sceriffo. Da dopo il fascismo, i Comuni d’Italia sono viceversa sottoposti ad un regime democratico, in base a cui i loro primi cittadini sono organi esecutivi di un’assemblea elettiva, chiamata Consiglio comunale, rappresentativa dell’intera comunità. Esso è a sua volta soggetto, per legge, all’operato consultivo/istruttorio delle commissioni che ne discendono.

Il caso in questione ricade nella competenza della commissione “Assetto del territorio (CCAT)”, altrimenti detta “Urbanistica”. La “Nuova Ravegnana” ha infatti assunto finalmente presupposto e sostanza di fattibilità, peraltro su iniziativa dei sottoscritti gruppi consiliari firmatari, solamente perché è stata inserita, il 2 luglio 2019, nel Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT 2025) adottato dalla Regione Emilia-Romagna.

Per le ragioni di cui sopra, i sottoscritti gruppi consiliari, avendone titolo in quanto rappresentano oltre un quinto dei consiglieri comunali, hanno chiesto il 5 agosto scorso al presidente della CCAT Andrea Turchetti (PD) di convocare tale commissione per discutere sull’ “Esame e valutazione delle proposte redatte da ANAS sui lavori da realizzare per un miglior collegamento stradale tra Ravenna e Forlì-Cesena, tramite una cosiddetta ‘nuova aTuRavegnana”. La richiesta era accompagnata da una nostra relazione introduttiva (vedi l’allegato). Per norma regolamentare avente effetto di legge “la riunione è tenuta entro 20 giorni dalla presentazione della richiesta al protocollo del Comune”. A tutt’oggi invece non abbiamo ricevuto alcun segnale che Turchetti voglia convocarla neppure entro il mese di settembre.

DIFFIDA PER OMISSIONE DI ATTO D’UFFICIO

Stante la gravità politica delle conseguenze (da Repubblica delle Banane) di tali comportamenti congiunti del sindaco e del “suo” presidente della CCAT, i sottoscritti faranno pervenire entro 24 ore a Turchetti una diffida formale a corrispondere immediatamente alla loro richiesta, richiamando l’art. 328 del codice penale (omissione di atti d’ufficio), secondo cui: il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l’atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 1.032. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa”..

POSSIBILE UNA SCELTA UNITARIA

Il sindaco di Ravenna e l’assessore Corsini si sono sbilanciati, com’è loro diritto, a favore della riqualificazione della Ravegnana esistente. Non è motivo di contrapposizione, purché se ne discuta in Consiglio comunale. Ci basti ricordare agli smemorati di qualsiasi parte che di “Nuova Ravegnana” non ha parlato nessun programma elettorale delle forze politiche che si sono presentate alle elezioni comunali del 2016 salvo quello congiunto della coalizione Lista per Ravenna, Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia, con queste parole: “Il collegamento con Forlì lungo la statale Ravegnana è indegno di una città come Ravenna: occorre concertare con le istituzioni coinvolte un intervento di messa in sicurezza e potenziamento di questo asset viario”. Non ci siamo sottratti, in questi ultimi anni, a concorrere al dibattito, sollevato allo sfinimento, su altre più mirabolanti proposte, ma ora che, alla buonora, l’oracolo della Regione, per voce del PRIT 2025, consente di parlarne a ragion veduta, deve essere chiaro che noi teniamo sempre i piedi per terra, sul solido programma 2016-2021 con cui ci siamo proposti agli elettori>>.

I CAPIGRUPPO CONSILIARI DEL COMUNE DI RAVENNA: Alvaro Ancisi, Lista per Ravenna; Massimiliano Alberghini, gruppo omonimo; Alberto Ancarani, Forza Italia; Samantha Gardin, Lega Nord