Il Covid si fa sentire, e come, sull’economia ravennate, con oltre il 70% delle imprese coinvolte nella fermata produttiva totale o parziale. Al calo della produzione è corrisposta una frenata degli ordinativi: in territorio negativo gli investimenti, cadono le esportazioni e si riduce la forza lavoro, con un incremento del tasso di disoccupazione, che, nel 2021, salirà ai massimi dal 2015. Questi i dati elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ravenna, che, per il 2021, prevede un parziale recupero rispetto al minimo storico toccato durante il lockdown, ma siamo ancora ben lontani dai valori dello scorso anno e le incertezze economiche, sanitarie e sociali pesano sulle prospettive future.

Secondo Prometeia ed il Centro Studi di Unioncamere Emilia-Romagna, prosegue la Camera di commercio, quest’anno si assisterà ad una caduta del Valore Aggiunto provinciale (-9,1%), decisamente superiore a quella del 2009 e leggermente migliore di quanto previsto per la Regione. La ripresa ci sarà, ma solo parziale nel 2021 (+6,1%). L’andamento segue quanto previsto per l’intero Paese: il valore aggiunto italiano, infatti, dovrebbe scendere del 10,1% nel 2020, per poi riprendersi al 5,9% nel 2021.

Nel 2020 il fatturato delle imprese della provincia di Ravenna calerà in totale del 12,1%: i settori che accuseranno più il colpo saranno l’Alloggio e Ristorazione (-36,5%) la Logistica (-20,1%) e le Costruzioni (-22,43%), a seguire anche il manifatturiero con la Moda (-17%) e la Metalmeccanica (-11,8%), i Servizi alle persone (-17,3%) ed il Commercio (-13,6%). L’Osservatorio della Camera di commercio stima, inoltre, che le imprese in deficit di liquidità saranno il 35,9% a fronte di una liquidità necessaria per coprire i costi pari a 534milioni di euro.

“La situazione all’interno delle aziende, evidenzia Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ravenna, è preoccupante, la riapertura delle attività produttive dopo il lockdown non si è tradotta, come era facile immaginare, con una ripresa a pieno regime. Occorre concentrarsi sullo stimolo alla domanda e agli investimenti pubblici e privati, occorre rimettere in moto l’economia con una visione di medio e lungo periodo. L’obiettivo, prosegue il presidente della Camera di commercio, deve essere quello di puntare allo sviluppo, non alla sussistenza. Abbiamo bisogno di generare nuova ricchezza, per sostenere il peso del nuovo debito creatosi in questi mesi”.

Pressochè esaurito, intanto, il milione di euro stanziato dalla Camera di commercio per il consolidamento a medio e lungo termine dei debiti, finanziamenti per il circolante e la gestione del magazzino. Destinatari del credito sono le imprese di tutti i settori produttivi, che hanno un’unità locale e/o sede legale nella provincia. Il finanziamento massimo di liquidità è di 150 mila euro e l’Ente di Viale Farini interviene, per il tramite dei Confidi, fino a un massimo di 15.000 euro a copertura di una quota o dell’intero valore degli interessi pagati dall’impresa per finanziamenti finalizzati a esigenze di liquidità, consolidamento delle passività a breve e investimenti produttivi.