“Sulla riviera romagnola ci sono troppi family-hotel fasulli. Un problema che rischia di compromettere l’immagine di un intero settore perché una recensione negativa su TripAdvisor non è solo un’onta per l’albergo, ma è una bocciatura che spesso si ripercuote, con effetti virali devastanti, sull’offerta turistica di un’intera località”.

E’ l’allarme lanciato da Bee-Family, la più importante agenzia italiana specializzata nella consulenza per vacanze con bambini con sede a San Marino, secondo cui almeno il 60% dei family-hotel sulla costa romagnola sarebbe privo dei cosidetti “requisiti minimi”.

“I dati turistici dell’estate 2022 in Romagna sono stati, tutto sommato, positivi – spiega Emilio Zorini – ma ci sono regioni italiane che hanno imparato a fare sistema e oggi, grazie ad offerte innovative e sempre più attraenti, diventeranno in futuro dei competitor molto più agguerriti. Penso alle Marche, alla Puglia e al Veneto, tanto per restare sulla costa orientale. Ma ciò che preoccupa in prospettiva non è tanto la crescita di altri mercati, quanto lo scadimento generalizzato della qualità di alcune nostre strutture. Il settore dei family-hotel, in questo senso, sta pagando un prezzo salatissimo per colpa di alcuni imprenditori che, senza alcuna vocazione né professionalità, vendono le loro strutture come alberghi per famiglie senza, di fatto, averne i requisiti”.

“Le recensioni di TripAdvisor – aggiunge Andrea Messinese – sono molto eloquenti: le fregature sono troppe ed è la ragione per cui tante famiglie, nei prossimi anni, non torneranno più in Romagna. Si tratta di perdite strategiche importanti perché stiamo parlando di clienti perlopiù fidelizzati che, da bambini, venivano in vacanza tra Riccione e Milano Marittima e che oggi, diventati genitori, tornano in Romagna con le loro famiglie. E stiamo parlando anche di una clientela con un’elevata capacità di spesa che, più del listino prezzi, sceglie la meta delle vacanze in base al livello e all’affidabilità dei servizi”.

Ma quali sono, secondo TripAdvisor, le carenze più comuni registrate nei family-hotel romagnoli? Mini-club ricavati in scantinati o in camere da letto di fortuna, giochi vecchi raccattati alla meno peggio in qualche mercatino dell’usato, menù inadeguati per la dieta dei bambini, animazione improvvisata e garantita solo in alcuni momenti della giornata: “Il problema – prosegue Zorini – è che queste carenze diventato puntualmente prioritarie nella recensione dei clienti disposti a sorvolare su aspetti più marginali, ma certo non su quei servizi che ritengono essenziali per il benessere dei loro bambini. E così ci sono alberghi che, pur offrendo un servizio ricettivo mediamente di qualità, rovinano la loro immagine proprio perché si vendono, a livello di marketing, per ciò che non sono. ‘Fatti suoi’, direbbe qualcuno, e invece sono fatti ‘di tutti’ perché queste strutture finiscono per rovinare l’immagine di un intero settore, alimentando l’idea, già troppo radicata, secondo cui i family-hotel romagnoli siano poco affidabili. Un abbaglio clamoroso visto che, anche in questo territorio, i modelli virtuosi non mancano. Penso al gruppo di Andrea Falzaresi, che ha oltre una decina di alberghi sulla riviera adriatica, e penso soprattutto al gruppo ColorHoliday di Gianluca Scialfa, che seguiamo ormai da dieci anni e che rappresenta un esempio eccellente di strutture per famiglie”.

“Oggi in Romagna si vive di rendita – prosegue Messinese – sulla scorta di un’immagine che, negli anni ’80, ci vedeva leader incontrastati del mercato della vacanza estiva. Per tanti anni siamo stati i motori inesauribili dell’innovazione turistica, gli inventori di format che, dalle discoteche ai grandi parchi di divertimento, hanno fatto scuola in tutta Europa. Oggi il settore si è addormentato, ha smesso di fare sistema e continua a vivere di luce riflessa, tutto a vantaggio di quelle località che, al contrario, in questi anni hanno lavorato duro per migliorare le loro proposte ed offrire una vacanza sempre più competitiva ed attraente. E così, a fronte di una rete alberghiera obsoleta e ormai ancorata ai modelli anni ’80, in altre regioni si è cambiato marcia. Si tratta di cambiamenti di cui ancora non percepiamo totalmente gli effetti, ma che in futuro, con un ‘sistema-Romagna’ ormai coriandolizzato, potrebbero ridisegnare le gerarchie italiane del turismo estivo, facendoci perdere fette importanti di mercato”.

Il limite, dunque – secondo gli esperti di Bee-Family – non è tanto nelle politiche turistiche degli enti pubblici o delle aziende di promozione, quanto nell’iniziativa privata: “In Romagna, in particolare – conclude Andrea Messinese – assistiamo a situazioni paradossali, come ad esempio Gatteo Mare o Riccione, che pur avendo un’offerta estiva profilata sui bambini (il ‘Gatteo Mare Village’ e il ‘Riccione Family Circus’), non sono state in grado in questi anni di approfittare degli investimenti pubblici e di sviluppare una rete estesa e strutturata di family-hotel. Oppure, viceversa, c’è il caso di Lido di Classe che, in termini di immagine, vale certamente meno di Riccione o Milano Marittima, ma vanta delle strutture per famiglie di assoluta avanguardia. Insomma, il pubblico può certamente dare una mano al turismo, migliorando ad esempio i trasporti ed investendo in campagne nazionali, ma il mercato della vacanza romagnola è nato dall’iniziativa privata e oggi, nel momento più critico della sua storia, può risollevarsi solo grazie allo slancio e all’intraprendenza dei suoi imprenditori”.